Monastero Khor Virap - Commons Wikimedia (CC BY-SA 3.0)

Il convento del mondo

Gesù non si accontenta d’un amore umano, vuole che diamo la vita per gli altri: ecco perché la Croce è l’amore più grande

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Fin da ragazzo aspirante alla vita religiosa, mi venivano date dai formatori le prime nozioni sul convento. Convento deriva da “convenire” di persone che si mettono insieme perché convocate, non solo da una chiamata-vocazione, ma soprattutto perché intimamente spinte da una voce interiore: amatevi gli uni con gli altri.
Gesù lancia questo suo comando a tutti gli uomini perché vuole vivere e concretizzare anche tra loro la Sua vocazione Trinitaria. “Padre, come in cielo, così in terra”.
Le persone, che sentono con il cuore prima che con le orecchie una simile chiamata, cercano e creano un luogo che le raccolga e consenta di concretizzare la vocazione: dare a Gesù la possibilità di trovare la sua dimora, il suo cielo tra gli uomini.
Ho capito meglio il motivo che spinge gli uomini a far circolare tra loro lo stesso amore ricevuto da Dio.
Gesù non si accontenta d’un amore qualsiasi, non basta a Lui e nemmeno agli uomini un amore umano, per cui incalza: “Non c’è amore più grande e più vero: dare la vita per gli altri”. Ecco perché la Croce è l’amore più grande.
Questa misura alta dell’Amore tra gli uomini permette a Gesù di “vivere” il suo cielo in terra e di fare di tutta l’umanità il “Suo Convento” ed è grazie alla Sua presenza che la terra abita in cielo.
Questo tipico convento permette alla terra di respirare la stessa aria del cielo e fa fiorire i voti di povertà, castità e obbedienza, frutti degni del Regno dei cieli.
Ciao da p. Andrea
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Andrea Panont

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