“I cristiani davanti alla religione tradizionale non possono comportarsi come con il juju (il sistema di credenze spirituali tipico dell’Africa occidentale, ndr), cioè con due volti, quello cristiano e quello non cristiano. Devono ricordarsi di essere autenticamente cristiani e allo stesso tempo di rimanere autenticamente africani. Ciò significa che il cristiano africano può vivere pienamente nella sua cultura africana elevandosi al di sopra dei valori negativi della tradizione che Cristo ha purificato con i valori del Vangelo”.
Sono le conclusioni dell’intervento del vescovo di Mamfe, Andrew Nkea Fuanya, tenuto mercoledì scorso a Fontem, in Camerun, in occasione delle celebrazioni che concludono il Giubileo indetto per ringraziare Dio dell’arrivo dei Focolari tra il popolo Bangwa, avvenuto 50 anni fa. Come riferito da L’Osservatore Romano, il presule ha parlato alla Conferenza internazionale sul dialogo interreligioso fra cristianesimo e religione tradizionale africana intitolata «Mafua Ndem Chiara Lubich. The prophecy of Fontem and Inter-Religious Dialogue», dedicata alla figura della fondatrice dei focolari, Mafua Ndem, la “regina inviata da Dio” nella lingua locale.
“Attraverso il Movimento dei Focolari Dio ha visitato il popolo Bangwa”, ha scritto monsignor Fuanya nella lettera di indizione, “hanno vissuto il patto dell’amore scambievole e insegnato la spiritualità dell’unità e la fraternità universale. Hanno ridotto la mortalità infantile dal 90 per cento a praticamente lo zero, hanno lavorato duramente per eliminare la mosca tse-tse che faceva di Fontem una valle di morte. Migliaia di persone non avrebbero avuto una buona formazione scolastica senza di loro; hanno messo alla portata di tutti buone condizioni sanitarie. Ora è il momento di celebrare l’amore di Dio per tutto il popolo di Lebialem”, (il dipartimento del Camerun dove si trova il villaggio di Fontem).
L’arrivo dei primi focolarini medici a Fontem – ricorda il quotidiano vaticano – risale al 1966 per rispondere all’emergenza in cui si trovava allora il popolo Bangwa. Chiara Lubich vi fece la prima visita nello stesso anno, accolta con grande festa dal re, il Fon Defang, dai notabili e da tutto il popolo. Vi ritornerà altre due volte. Nel maggio 2000 così si rivolse ai Bangwa radunati nella grande spianata davanti al palazzo del Fon: “Non mi sento di staccarmi da voi senza avere fatto un patto solenne. Un patto d’amore vicendevole, forte e vincolante. È come una specie di giuramento, in cui ci impegniamo a essere sempre nella piena pace fra noi e a ricomporla ogni volta si fosse incrinata”, disse la Beata.
A conclusione dell’anno giubilare, dal 14 al 17 dicembre, si tiene oggi la celebrazione solenne del 50º anniversario, alla cui preparazione sono stati parte attiva i Fon (re nativi del popolo Bangwa) e i responsabili delle istituzioni. In programma il giubileo del college Our Lady Seat of Wisdom e testimonianze sull’opera dei Focolari a Fontem. Tra le iniziative realizzate nel 2016, il pellegrinaggio dei Fon a Roma nel settembre scorso, per celebrare il Giubileo della misericordia con Papa Francesco.
I bambini Bangwa accolgono Chiara Lubich a Fontem nella sua terza visita, maggio 2000 - Foto: Focolare.org
Focolari: in Camerun celebrazioni tra cristiani e africani
Conclusa a Fontem la conferenza sul dialogo interreligioso. Il vescovo di Mamfe, Andrew Nkea Fuanya: “Attraverso i Focolari Dio ha visitato il popolo Bangwa”