ROMA, giovedì, 16 agosto 2007 (ZENIT.org).- Con un messaggio al Patriarcato ortodosso di Romania, indirizzato a Sua Eminenza Daniel, Benedetto XVI ha espresso le sue sentite condoglianze per la morte di Sua Beatitudine Teoctist, Patriarca della Chiesa ortodossa romena, spentosi a Bucarest il 30 luglio scorso all’età di 92 anni.
Per vent’anni Capo del Santo Sinodo della Chiesa ortodossa romena è stato colpito da un arresto cardiaco dovuto alle complicanze di un intervento chirurgico.
Era entrato nell’ordine monastico a 14 anni ed era divenuto Vescovo durante il regime comunista. Eletto Patriarca il 9 novembre 1986, restò in carica anche dopo la “Rivoluzione romena” del 1989.
Teoctist è riuscito a consolidare i rapporti con tutte le Chiese ortodosse e a rafforzare i legami ecumenici con la Chiesa cattolica, le Chiese protestanti e gli organismi ecumenici.
La sua attività non è stata priva di difficoltà sia durante i decenni di persecuzione e terrore del comunismo, sia dopo la caduta del regime, venendo anche accusato ingiustamente di aver collaborato col regime e in particolare con la polizia politica della Securitate.
Nel messaggio, Benedetto XVI ha ricordato lo storico incontro del 1999 in Romania tra Giovanni Paolo II e il Patriarca Teoctist, che nel 2002 ha ricambiato la visita, recandosi a Roma.
Questo viaggio servì a rilanciare il dialogo fra Roma e l’Oriente cristiano, in tempi segnati dagli attriti con il Patriarcato di Mosca.
Questi incontri – si legge nel testo – “rimarranno nella memoria delle nostre Chiese come un particolare dono della grazia di Dio, che ha rafforzato e dato nuovo impulso alla crescente amicizia e relazione fraterna tra le Chiese”.
“Entrambi questi uomini – ha aggiunto il Papa – erano determinati a scrivere una pagina nuova nella storia delle nostre comunità, superando un passato difficile che ancora oggi ci opprime, e guardando avanti con fiducia al giorno in cui le divisioni tra i seguaci di Cristo saranno superate”.
“Prego che la Chiesa Ortodossa di Romania – ha aggiunto Benedetto XVI – possa rallegrarsi dell’eredità di tanti anni di sapiente ministero del Patriarca Teoctist, e che voi possiate essere sostenuti e confortati dai frutti del suo apostolato, mentre raccomandate la sua nobile anima all’amore misericordioso del nostro Padre celeste”.
“Nel comunicarvi la mia vicinanza nella preghiera in questo tempo di dolore – ha concluso il Papa – desidero anche esprimere a Lei e ai suoi fratelli nell’episcopato il mio sincero augurio di ogni bene nella guida della Chiesa in questo tempo di transizione”.
Alla Chiesa ortodossa romena è giunto anche il cordoglio del Patriarcato di Mosca attraverso il Segretario del Dipartimento per le Relazioni esterne, l’Arciprete Nikolay Balashov, che ha definito la morte di Teoctist “una grande perdita per l’ortodossia universale”, ricordando il Patriarca come “un veterano del dialogo tra le Chiese e interreligioso”.
Il 5 agosto, poi, in occasione della preghiera dell’Angelus recitata dalla residenza estiva di Castel Gandolfo, il Papa è ritornato a ricordare il Patriarca ortodosso romeno elogiandone la “nobile figura di pastore, che ha amato la sua Chiesa e ha dato un positivo contributo alle relazioni tra cattolici ed ortodossi”.
Il rito funebre presieduto dal Patriarca ecumenico Bartolomeo I si è celebrato il 3 agosto – giorno di lutto nazionale in Romania – nella Cattedrale patriarcale di Bucarest ed ha visto la partecipazione di una delegazione vaticana composta dal Cardinale Walter Kasper e dal Vescovo Brian Farrel, rispettivamente Presidente e Segretario del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, insieme all’Arcivescovo Jean-Claude Pérriset, Nunzio apostolico in Romania.
La Chiesa ortodossa romena, dopo quella russa, è la maggiore per numero di fedeli. Il 25 aprile 1885 la Chiesa ortodossa romena è diventata autocefala e nel 1925 è diventata patriarcale. La più alta autorità della Chiesa ortodossa romena per tutti i problemi dogmatici e canonici è il Santo Sinodo, composto da Vescovi e Arcivescovi.