Suor Annita ed il mistero della Croce

Un volume edito da Shalom sulla suora che, colpita dal morbo di Pott e costretta a vivere dentro un busto di ferro, ha ribaltato lo schema del dolore offerto a Gesù per la salvezza delle anime

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“Nel dolore c’è il volto di Gesù, c’è la potenza di Dio che dà ma chiede, che dispensa il dolore e tuttavia dà alla persona la forza e gli strumenti per sopportarlo”
Così parlava suor Annita Bindi, la terziaria passionista cui è dedicato il libro della giornalista Lucia Bigozzi “Ai piedi della Croce. La scelta di suor Annita Bindi, padre Candido Amantini, padre Giorgio Giorgini e Maria Ester Malfetti”, edito da Shalom.
Si tratta del secondo volume che fa seguito a “Suor Annita Bindi. Accettare e offrire, in silenzio” pubblicato dalla casa editrice marchigiana nel 2015.
Suor Annita Bindi ha concluso il suo transito terreno nel 2013, ha vissuto per oltre novant’anni a Foiano della Chiana (Arezzo) in un casolare di campagna insieme alla consorella Maria Nocentini.
Colpita dal morbo di Pott e costretta a vivere dentro un busto di ferro con un poggiamento che le bloccava testa e collo, senza mai potersi sedere, suor Annita ha ribaltato lo schema del dolore accettato e offerto a Gesù per la salvezza delle anime.
La terziaria passionista a chi le chiedeva preghiere e conforto spiegava “Gesù dispensa sempre un po’ delle Sue spine alle anime che gli sono care” perchè nella Sua infinita misericordia, sa che siamo in grado di portare la Croce e ci aiuta a farlo”.
L’autrice dei due libri Lucia Bigozzi ha sostenuto che  “la Croce: quella su cui Cristo si è immolato per la redenzione degli uomini è la stessa alla quale ha vissuto abbracciata suor Annita che ha tradotto questo concetto in regola di vita, immolandosi per gli altri in uno straordinario cammino di fede e testimonianza”.
Secondo la Bigozzi “La religiosa passionista è stata un prezioso testimone di Gesù nel nostro tempo, consegnandoci una spiritualità attualissima che si può sintetizzare in alcune parole-chiave: semplicità, umiltà, nascondimento, obbedienza”.
Nel presentare il libro nella parrocchia della Pace a Foiano dove la suora passionista ha operato e insegnato il Catechismo a generazioni di bambini, oggi genitori e nonni, la Bigozzi ha ricordato che suor Annita proponeva il silenzio “Perchè nel silenzio si sente la voce di Dio”.
La presentazione è avvenuta in occasione della Santa Messa in memoriam, nel giorno della nascita di suor Annita, il 9 ottobre.
La celebrazione religiosa è stata officiata da monsignor Vittorio Gepponi, Vicario Giudiziale del Tribunale Ecclesiastico d’appello di Roma e don Manlio Sodi, docente universitario e presidente emerito della Pontificia Accademia di Teologia che hanno sottolineato la profonda spiritualità della religiosa.
Tante le persone che hanno voluto partecipare per rendere testimonianza dell’incontro con la suora e dell’aiuto ricevuto attraverso la forza della preghiera.
“In viaggio con suor Annita ho incontrato altre figure luminose che hanno camminato con lei – ha spiegato Lucia Bigozzi – e nelle quali ho rintracciato punti di contatto sorprendenti: stessa scelta, stessa consapevolezza, stesso obiettivo. Vite speculari”.
“La terziaria passionista – ha confessato la Bigozzi – mi ha condotto a padre Candido Amantini, Passionista ed esorcista nel Santuario Vaticano della Scala Santa, a Roma.
Dalla Capitale a Lucignano, al convento dei Frati Cappuccini dove ha svolto la missione sacerdotale e di esorcistato padre Giorgio Giorgini, per poi tornare a Foiano della Chiana, faccia a faccia con Maria Ester Malfetti, professoressa di Latino e Greco al Liceo Classico “F. Petrarca” (Arezzo), una laica votata a Gesù e all’aiuto dei bisognosi.
Tutti e tre hanno avuto a che fare con suor Annita nelle visite alla Casa del Colle Sant’Andrea – come è stato per padre Candido e Maria Ester – e nell’unione della preghiera, come nel caso di padre Giorgio.
Esaminando le analogie sul piano spirituale, ciascuno nel proprio ruolo, è come se una parte di suor Annita avesse vissuto nel cuore degli altri, in un incredibile rapporto di osmosi.
Il filo conduttore è stato il dolore, vissuto, accettato e offerto a Gesù per la salvezza delle anime”.
Un lungo cammino di fede, preghiera, rinuncia, scelto col sorriso e la consapevolezza di “patire per Lui”, “patire come Lui” sulla Croce.
La Bigozzi ha concluso affermando che “Suor Annita è stata ‘ il gancio’ tra cielo e terra, la testimone della misericordia di Dio: ha portato la sua croce con coraggio e gioia, senza mai lamentarsi, sapendo di camminare lungo la via del Calvario, dove Gesù si è immolato per noi e dove ci aspetta”.
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Per ogni informazione www.editriceshalom.it

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ZENIT Staff

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