Pope Francis during today's Mass in Santa Marta

PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

"Vita da zingaro, lingua e cultura nuove, preghiera". Le tre "uscite" dei nunzi, secondo il Papa

L’omelia di Francesco durante la Messa mattutina a Santa Marta con i Nunzi apostolici che celebrano il loro Giubileo

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Fare le valigie, “la vita da zingaro”. Imparare la lingua e la cultura di un altro paese. Pregare e adorare. Sono le tre “uscite” che ogni nunzio apostolico deve compiere, come indicato dal Papa nella Messa mattutina a Santa Marta, alla quale hanno preso parte i diversi Rappresentanti pontifici che in questi giorni celebrano il loro Giubileo.

Spunto per la riflessione del Pontefice è la figura del Seminatore: come lui getta i semi di grano sulla strada, tra i sassi, le spine e nel terreno fertile, anche i nunzi diffondono i semi del Vangelo in ogni parte del mondo. Lo fanno attraverso continui spostamenti che in effetti,  ha riconosciuto il Papa, gli fanno condurre una “vita da zingari”.

Magari proprio “quando si è imparata bene la lingua” arriva “uno squillo da Roma e … ‘Ah, senti, come stai?’. ’Bene’. ‘Tu sai, il Santo Padre, che ti vuole tanto bene (perché queste chiamate, queste telefonate si fanno con zucchero, no?) ha pensato a te per questo…’”.

O ancora un’altra telefonata: “‘Dimmi, tu quali lingue parli?’. ’Io parlo l’inglese bene, il francese, me la cavo con lo spagnolo…’. ’Ah bene, ma senti il Papa ha pensato di inviarti in Giappone, eh!’. ‘Ma neppure conosco una lettera, di questi giapponesi!’. ‘Imparerai!’.

In quei casi bisogna “fare le valigie, andare in un altro posto, lasciare amici, lasciare abitudini, lasciare tante cose che uno ha fatto… Uscire da se stesso, uscire da quel posto per andare in un altro. E lì, incominciare”. Ogni volta che “si arriva in nuovo Paese il nunzio deve compiere un’altra ‘uscita’”, ha sottolineato Francesco: l’uscita “da se stesso” per conoscere il dialogo, la cultura, il modo di pensare.

Anche deve “uscire da se stesso per andare ai ricevimenti, tante volte noiosi”, ha scherzato; pure lì però “si semina”, “il seme è sempre buono, il chicco è buono”. Qualcuno può pensare che sia un lavoro “troppo funzionale, un lavoro amministrativo” che potrebbero fare i laici. “L’altro giorno – ha osservato il Papa – parlando su questo argomento, ho sentito il Segretario di Stato che diceva: ‘Ma, guardate, nei ricevimenti tanti che sembrano superficiali cercano ‘il colletto’”.

Invece “tutti voi sapete bene che cosa avete fatto in tante anime. In quella mondanità, ma senza prendere la mondanità, ma prendere le persone come sono, sentirle, dialogare. Questa è anche una uscita da se stesso del nunzio, per capire la gente, dialogare… È una croce”. Un piccolo seme che però il Signore fa crescere e germogliare, ha assicurato il Papa. E ha ricordato la terza uscita del nunzio: quella “davanti al tabernacolo, nella preghiera, nella adorazione”. Una “testimonianza grande”.

Dunque tre uscite, ha riassunto Bergoglio, “tre modi di servire Gesù Cristo e la Chiesa”: “l’uscita fisica, fare le valigie, la vita da zingaro. L’uscita culturale: imparare la cultura, imparare la lingua…Io – ricorda il Santo Padre – sono rimasto edificato da uno di voi che prima di presentare le credenziali, in due mesi aveva imparato una lingua difficile e aveva imparato in quella lingua a celebrare: ha ricominciato questa uscita con entusiasmo, con gioia. E la terza uscita: la preghiera, la adorazione”.

Tutto questo “è più forte nei nunzi emeriti”, ha sottolineato il Pontefice, per loro è un compito di “fratellanza” dato che il nunzio emerito deve “pregare di più per i fratelli che sono lì, nel mondo”. D’altra parte “anche il nunzio in carica non deve dimenticare questa adorazione, perché il Padrone faccia crescere quello che lui ha seminato”.

In conclusione, Papa Francesco ha ringraziato personalmente e a nome della Chiesa tutti i nunzi “per queste tre uscite”. “Tante volte – ha detto – ammiro, quando ricevo, al mattino presto, le vostre comunicazioni: guarda questo come fa bene… Che il Signore vi dia la grazia di essere sempre aggiornati in queste tre uscite, queste tre uscite da voi stessi”.

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ZENIT Staff

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