È un appello “alla responsabilità ed alla solidarietà di tutto il popolo di Dio” quello lanciato dalla Conferenza Episcopale argentina per far fronte alla “tragica situazione dei profughi e richiedenti asilo siriani, in cerca di una vita migliore, lontano da guerre, povertà, fame e sfruttamento”. In una nota congiunta delle Commissioni episcopali per le Migrazioni e per la Giustizia e la pace – rilanciata dalla Radio Vaticana -, i presuli si dicono “disponibili a mettere a disposizione dei richiedenti asilo l’assistenza legale necessaria, lezioni di lingua spagnola e la dovuta assistenza spirituale”.
“È fondamentale il contributo della Chiesa – continuano i presuli – attraverso programmi di sensibilizzazione, mobilitazione, assistenza, monitoraggio e consulenza messi in atto dalle comunità religiose e parrocchiali nei punti di arrivo dei rifugiati”. “Di fronte alle tragedie che colpiscono l’umanità, Dio non è indifferente, non è lontano – concludono le due Commissioni episcopali – Egli è il nostro Padre, che ci sostiene nella costruzione del bene e nel rifiuto del male”, invitandoci a “prendersi cura con tenerezza” dei sofferenti.
Iniziato nel marzo del 2011, nel contesto della così detta “Primavera araba”, il conflitto siriano si è poi trasformato in una vera guerra civile nel 2012 che, secondo le stime più ricorrenti, avrebbe provocato finora circa 250mila. Oltre la metà della popolazione originaria del Paese è stata costretta invece a fuggire.
“È fondamentale il contributo della Chiesa – continuano i presuli – attraverso programmi di sensibilizzazione, mobilitazione, assistenza, monitoraggio e consulenza messi in atto dalle comunità religiose e parrocchiali nei punti di arrivo dei rifugiati”. “Di fronte alle tragedie che colpiscono l’umanità, Dio non è indifferente, non è lontano – concludono le due Commissioni episcopali – Egli è il nostro Padre, che ci sostiene nella costruzione del bene e nel rifiuto del male”, invitandoci a “prendersi cura con tenerezza” dei sofferenti.
Iniziato nel marzo del 2011, nel contesto della così detta “Primavera araba”, il conflitto siriano si è poi trasformato in una vera guerra civile nel 2012 che, secondo le stime più ricorrenti, avrebbe provocato finora circa 250mila. Oltre la metà della popolazione originaria del Paese è stata costretta invece a fuggire.