Il cammino per la riconciliazione passa per Rondine-Cittadella della Pace. Il premio “Lupo di Gubbio” è una delle tante conferme a questo impegno. Sabato 3 Settembre, a Gubbio, al termine de Il sentiero di Francesco, sono stati premiati i giovani studenti attivi nella promozione della cultura dell’incontro, del dialogo, della pace. Questo riconoscimento, voluto dagli organizzatori del noto pellegrinaggio Assisi-Gubbio, nasce in quest’anno giubilare dal tema “riconciliazione con i fratelli”.
A Rondine, in provincia di Arezzo, convivono da vent’anni culture e religioni secondo un progetto di Studentato Internazionale. Molti studenti, dalle tante popolazioni coinvolte in conflitti, scelgono di sperimentare in Italia un’ospitalità che abbatte pregiudizi e mira a una progettualità una volta rientrati nei loro Paesi d’origine. Yahell, una studentessa israeliana “rondine d’oro”, nel ricevere il premio tra le mani non mostra la sicurezza degli ostentati proclami per cambiare il mondo ma la consapevolezza che dal basso di ogni società scaturisce l’onda vera della riconciliazione.
La formazione dei giovani coinvolti nel progetto della Onlus, presieduta da Franco Vaccari, permette possibilità di studio a coloro che non ne avrebbero i mezzi, ma desiderano testimoniare che, da Israele ai Balcani, dalla Russia all’Africa, le sorti tragiche si possono mutare in leale convivenza. Non è follia questo pensiero, se ci ricordiamo che un uomo semplice come Francesco d’Assisi caparbiamente intraprese il viaggio verso Gerusalemme e mediò l’intesa tra la città di Gubbio e il Lupo.
“Il messaggio del santo non fu uno slogan pacifista nel dire al lupo di non attaccare i cittadini, ma sperimentò l’accordo tra le parti: l’animale feroce non avrebbe più ucciso nella certezza che gli eugubini avrebbero pensato anche al cibo per la sua sopravvivenza”, sostiene Francesco Santioli, responsabile dell’ufficio sviluppo strategico della Cittadella.
Allo stesso modo, anche tra le etnie in guerra la via di riconciliazione “è una possibilità concreta che contempla necessariamente una rinuncia a qualcosa per l’altro, che possa poi a sua volta perdere egli stesso qualcosa ma guadagnare una strada condivisa”. Il giovane Santioli dal palco della Diocesi di Gubbio ha ribadito che “il nemico non esiste, è una costruzione mentale che impiantiamo al diverso, all’immigrato, allo straniero per ignoranza. La conoscenza reciproca invece allontana dal cono d’ombra dell’odio che sfocia nel conflitto”.
Il percorso formativo di conoscenza e crescita che porta gli studenti internazionali a diventare “Rondine d’oro” s’intreccia all’insieme di iniziative artistiche, culturali e spirituali promosse nella Cittadella che fanno del borgo toscano, uno straordinario esempio di “Scuola Europea della Pace”, aperta a tutti, perché non occorre essere politologi o scienziati per lavorare al dialogo.
Il sentiero per la pace produce i suoi frutti
Al termine del “Sentiero di Francesco”, la consegna del premio “Lupo di Gubbio” rivolto a giovani impegnati nella promozione del dialogo e della riconciliazione