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Fischio acuto

Rianimato dalla stima e dalla fiducia, anche un “monello” può diventare il primo della classe

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In IV elementare se la cavava, a stento: Denis era un ragazzo intelligentissimo, ma ha rischiato di ripetere la classe. Scriveva male, arrivava in ritardo, vestiva in maniera trasandata, non tratteneva i pugni con chiunque lo molestasse. Si comportava, per così dire, da figlio di nessuno. Tutti, compreso il maestro, lo deridevano.
L’anno seguente venne un nuovo insegnante, capace di donare fiducia. Fin dal primo giorno il nuovo educatore, pur vedendolo arrivare in ritardo, gli fece un complimento per il bel modo con cui salutava.
Una mattina, in classe, Denis si mise a piangere perché canzonato da alcuni compagni. Finita la bufera, il maestro gli si avvicinò e ad alta voce disse: “Pochi di voi hanno gli occhi così celesti”.
Era ritenuto un monello anche perché, in assenza del maestro, fischiava in maniera inopportuna. Durante l’ora di ginnastica, il maestro stava spiegando le regole del gioco e del fischio dell’arbitro, a Denis scappò un fischio potente. Subito dalla cattedra partì un complimento: “Questo è un esempio di fischio acuto e prolungato” esclamò il maestro, “provateci!”. I ragazzi tentarono, ma nessuno riuscì a fischiare bene come Denis.
Rianimato da questa stima, il “monello” divenne ben presto il primo della classe. Era sciolto, disinvolto e sorridente con tutti, sempre pronto a dare aiuto ai compagni in difficoltà. L’amore, prima del maestro e poi degli alunni, è stato il fischio più acuto che ha fatto gol nel cuore di Denis.
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Ciao, da padre Andrea
 

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Andrea Panont

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