Nato ad Altamura in un campo profughi, orfano di padre, ha dovuto farsi largo per trovare il proprio posto nel mondo della pallacanestro nazionale.
È la storia di Meo Sacchetti pilastro della Nazionale che nel 1980 ha vinto la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Mosca e nel 1983 l’oro agli europei.
Nel libro biografia scritto da Nando Mura che uscirà a settembre “Il Mio Basket è di chi lo gioca” Sacchetti racconta che “La vita molto presto mi ha detto arrangiati”.
Ha raccontato il cestista “ho scoperto tardi il basket, ma mi piaceva da impazzire: ho lavorato duro, e quando, spesso, mi hanno scartato, ho lavorato ancora più duro”.
Meo Sacchetti alto 199 centimetri, in attività ricopriva il ruolo di ala, ha avuto successo anche come allenatore, l’anno scorso, ha vinto Coppa Italia, Supercoppa e Scudetto con la Dinamo Sassari.
Un triplete forse irripetibile per una squadra provinciale e il primo grande trionfo del basket sardo.
Attualmente è alla guida dell’Enel Brindisi.
Sul successo come allenatore ha scritto: “Ho sempre voluto vivere dietro la linea del coro, e la cosa più bella che c’è, quando da allenatore vinci qualcosa, è stare ai margini della festa: vedi la tua squadra, la tua gente gioire, e quello che ti rimane è un’immagine indelebile. La migliore”.
Ed ancora “Se a un certo punto della vita mi sono trovato a festeggiare uno scudetto abbracciato a mio figlio Brian, lui nei panni di giocatore e io in quelli di allenatore della Dinamo di Sassari, è tutta colpa di una pianta di glicine cresciuta storta nel cortile della mia casa di Novara”.
Sacchetti è un personaggio spumeggiante, diretto nei modi e capace di sorprendere tifosi e addetti ai lavori con la sua schiettezza e simpatia.
Il suo è un basket frizzante, fatto di corsa, tiro, fantasia, in cui i giocatori sono chiamati a esprimere liberamente le loro qualità.
Il suo percorso di vita, le sue qualità, la vicenda sportiva, è raccontata nel libro “Il Mio Basket è di chi lo gioca” edito da add editore (http://www.addeditore.it/catalogo/meo-sacchetti-il-mio-basket-e-di-chi-lo-gioca/)
Il sogno di un pallone che va a canestro
Il cestista Meo Sacchetti si racconta: nato ad Altamura in un campo profughi, orfano di padre, ha dovuto farsi largo per trovare un posto nel mondo della pallacanestro nazionale