Come “La Passione” di Mel Gibson è riuscito a scuotere Hollywood

Barbara Nicolosi su alcuni aspetti positivi

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HOLLYWOOD, giovedì, 9 dicembre 2004 (ZENIT.org).- Hollywood continua a produrre molti film di scarsa qualità, ma un’addetta ai lavori del settore vede alcuni cambiamenti positivi sulla scia de “La Passione di Cristo”.

Barbara Nicolosi, direttrice di Act One , un “campo di addestramento” per sceneggiatori cristiani che sperano di lavorare ad Hollywood, ha detto a ZENIT che i film “negativi” sono un pessimo affare per Hollywood ora che l’industria ha visto il “potere” del pubblico cristiano.

I film recenti mostrano visioni condiscendenti della pedofilia, come “Birth” e “The Woodsman” – il cui regista, un attivista gay, ha detto alla stampa di aver voluto “dare un volto benigno alla pedofilia”. Ha notato anche lei questa tendenza ad Hollywood a normalizzare la pedofilia?

Nicolosi: No, assolutamente. Non è una tendenza, grazie a Dio. Se si cercava di renderla tale, la situazione è cambiata in maniera sufficiente per far sì che non lo diventasse.

Non mi sono forzata a vedere l’uno o l’altro film – cerco di evitare di assoggettarmi a certe cose –, ma sembra che nessuno li abbia visti. Sono andati e venuti senza che se ne parlasse molto.

Farei attenzione addirittura a parlare di film del genere, perché in questo modo si fa loro un favore. La strategia per rapportarsi con un cattivo prodotto in questa industria è ignorarlo, e allora scomparirà. Parlandone, si fa sì che ottenga più attenzione e rimanga nel giro più a lungo.

Quando è uscito “Birth”, i miei amici del marketing l’hanno odiato. Un mio amico nelle pubbliche relazioni mi ha detto che nessuno voleva toccare il progetto. Vi recita Nicole Kidman, che è un grande talento. Può fare qualsiasi cosa e si sa che lo farà bene, ma anche così nessuno voleva promuovere il film. L’hanno fatto grazie ai loro partner europei.

Alcuni si sono chiesti perché la Kidman – che è stata educata in maniera cattolica, ha figli e sembra essere una persona “buona” – abbia acconsentito a girare un film del genere. La maggior parte dei misteri del casting e della produzione di questa città è dovuta ad amicizie e favori. Perché è stato girato questo film orribile? Perché una grande star ne è stata la protagonista? Probabilmente a causa dell’amico di un amico.

Un altro film, “Three of Hearts: A Postmodern Family”, mostra una “famiglia” composta da due uomini omosessuali e una donna che concepiscono un figlio insieme. Hollywood è il prossimo obiettivo del movimento omosessuale?

Nicolosi: No, non credo. Questa situazione è qualcosa che fa notizia e che non abbiamo mai visto prima; è per questo che è così attraente per l’industria.

Ad Hollywood c’è simpatia per le famiglie gay, ma solo quanto basta per fare un film come questo, e una volta sola; dopo è impossibile farne un altro. E’ già stato fatto e non ci sono molti modi per farlo. Probabilmente ne vedremo qualche altro, ma quante storie racconteranno?

Il segreto per questa industria è trovare nuove idee per le storie da raccontare, cose che non siano state viste prima. Non sarebbe piacevole fare questa storia troppe volte.

La legalizzazione del matrimonio omosessuale in alcuni Stati ha fatto sì che Hollywood potesse dire che il matrimonio non dovrebbe essere limitato a due partner, ma a tre, quattro, o più, in varie combinazioni?

Nicolosi: Il fatto che la questione venga trattata nei media la rende materiale per l’industria, ma se una cosa è legalizzata perde il suo fascino. L’industria è all’avanguardia e profetica. Se qualcosa è la norma, Hollywood non è coraggiosa a parlarne.

Le cose ad Hollywood sono cambiate da quando è uscita “La Passione di Cristo”. Alcuni tizi di un grande studio che hanno comprato i diritti di un film che susciterà non poche controversie all’interno dell’ambiente cristiano sono venuti recentemente da un paio di noi di fede cristiana che lavoriamo in questa industria e ci hanno chiesto: “C’è un modo in cui si possa presentare la questione senza alienarsi le simpatie del pubblico cristiano?”.

La risposta era no, ma stentavo a credere che si preoccupassero per una cosa del genere. Quando sono arrivata ad Hollywood nessuno si curava del fatto di alienarsi le simpatie del pubblico cristiano. Questi dirigenti, però, non volevano che lo studio di cui fanno parte si guadagnasse la reputazione di essere anticristiano. Sono riusciti ad ottenere i diritti del film dopo un’aspra battaglia con altri studio; ovviamente volevano fare il film, ma volevano anche evitare che i Cristiani protestassero.

Per il matrimonio omosessuale vale lo stesso discorso. Se disgusterà milioni di persone, è un cattivo affare. Anche se l’élite creativa è d’accordo, gli uomini d’affari degli studi non permetteranno grandi progetti a riguardo. “La Passione” ha stabilito che i Cristiani costituiscono un folto pubblico, e Hollywood li vuole attirare.

I film hanno il potere di rendere la pedofilia e la poligamia in una “famiglia” normali e socialmente accettabili?

Nicolosi: Non so se i film lo fanno, ma la televisione sì – è molto più potente del cinema. Ha centinaia di ore per farti sviluppare un rapporto con i personaggi; gli spettatori li prendono a cuore e pensano di conoscerli. La televisione può influire in maniera notevole sulla nostra simpatia. La gente non vuole ricevere un giudizio negativo su un personaggio che ha imparato ad accettare e ad amare.

La televisione normalizza. Il cinema è ancora visto come un mondo artistico, finto. La televisione è nel nostro soggiorno e fa entrare cose che in genere non lasceremmo entrare in casa nostra.

Cosa possono fare i Cristiani impegnati per far sì che Hollywood non diventi un alleato di coloro che vogliono minare la famiglia tradizionale, la sessualità e il matrimonio?

Nicolosi: Non so se ci siano tentativi di minare i valori – più che altro si pensa di essere illuminati e di lavorare per i diritti umani. Si pensa di essere gente “di valore”; si sostengono la libertà, l’espressione di sé, il libero pensiero. Ci si vede sulla stessa linea d’onda di Martin Luther King Jr. e la lotta per i diritti civili.

Il modo migliore per cambiare Hollywood è farci arrivare più gente come noi. Finché non sarà così, dovremo dipendere da gente molto diversa da noi.

Un film come “Birth” dovrebbe essere eliminato, ma non c’era nessuno di noi che avesse abbastanza potere e influenza. Se una persona sana non è lì a riconoscere la malattia, questa non si può curare. Non possiamo aver fiducia nel fatto che Hollywood sia buona di per sé. Rimango scioccata quando vedo un buon film. E’ straordinario che si faccia qualcosa di buono.

E’ una soluzione difficile da accettare per molti Cristiani, ma dobbiamo avere sempre un posto nella cultura; questo è il mondo in cui viviamo.

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ZENIT Staff

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