BOGOTA’, martedì 24 aprile 2012 (ZENIT.org) – La Chiesa cattolica in Colombia ha respinto sabato 21 aprile una recente sentenza della Corte costituzionale, che considera come “famiglia” le coppie dello stesso sesso.
“E’ una mostruosità giuridica”, ha detto il segretario generale della Conferenza episcopale colombiana, monsignor Juan Vicente Córdoba, vescovo della diocesi di Fontibón, a proposito di questa sentenza.
“La Costituzione dice che la famiglia è il nucleo della società e sarà contratto solo tra uomo e donna – ha aggiunto – la Corte, con un colpo di magia, ha tirato fuori un ‘asso nella manica’. Solo perché due o tre di loro volevano cambiare questa sentenza, l’hanno cambiata per 45 milioni di colombiani”.
In una sentenza pubblicata la settimana scorsa, la Corte costituzionale ha poi dichiarato che “il vincolo familiare si ottiene da una varietà di situazioni di fatto, fra cui la libera volontà di conformare la famiglia, indipendentemente dal sesso o dall’orientamento (sessuale) dei suoi integranti”.
Secondo il documento, è chiaro che “l’eterosessualità o la differenza di sesso tra la coppia, e persino l’esistenza di uno, non è un aspetto definitorio della famiglia, tantomeno un requisito per il riconoscimento costituzionale”.
Ma a parere di mons. Córdoba, la Corte “deve tutelare la Costituzione, nessuno può cambiarne ‘una sola virgola’, e in questo caso, la Corte non sta adempiendo le sue funzioni”.
“Loro – ha proseguito riferendosi ai giudici – non possono modificare la legge, questo lo può fare solo il Congresso; ad ognuno, quindi, il suo mestiere”.
Con la decisione, ha detto il segretario della Conferenza Episcopale: “si comincia a dire che ci sono varie forme di famiglia e una volta che si accetta questo, arriva l’adozione”.
In sentenze precedenti la Corte Costituzionale di Bogotá aveva già riconosciuto la pensione di reversibilità alle coppie dello stesso sesso, alla pari di quelle eterosessuali, ma adesso accetta che gli omosessuali possono costituire una famiglia.