Bread loaves

Pixabay CC0 - jackmac34

Chi viene a me non avrà fame

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Gv 6,24-35

Share this Entry

Lettura

La prima lettura, tratta dal libro dell’Esodo, e il brano del Vangelo sono accomunate dalla presenza di un Dio che dona il pane per saziare la fame del popolo e dalle indicazioni che spiegano come accogliere questo dono. In riferimento alla manna, si può raccogliere ogni giorno solo la razione di un giorno, rinunciando così ad accumulare per imparare a fidarsi di Dio; rispetto a Gesù, pane della vita, è necessario credere in lui.

Meditazione

Le prime parole che Gesù rivolge alla folla affermano la verità sul motivo che l’ha spinta a cercarlo: l’essere sazi. Il tema della sazietà ritorna nell’ultima frase in cui è legata al “venire a Gesù”, cioè al credere in lui. C’è, dunque, sazietà e sazietà: quella che nasce dal nutrirsi del pane “materiale” e quella che nasce dalla relazione con Gesù. È questa la conclusione a cui il Signore conduce i suoi interlocutori. Quando gli chiedono cosa possono fare per compiere le “opere di Dio”, svela che c’è un’unica “opera di Dio”: credere in colui che Egli ha mandato. Quando fanno riferimento alla manna nel deserto, rivela che il pane di Dio è una persona, che discende dal cielo e dà la vita al mondo. Infine, davanti alla folla che gli chiede questo pane, proclama che proprio lui è il pane della vita che sazia coloro che credono. Potremmo così chiederci che cosa ci sazia, oppure fare memoria di alcuni momenti di gioia per scoprire da cosa essa ha origine. In entrambi i casi, scopriremo che, anche nella nostra vita, c’è sazietà e sazietà, c’è gioia e gioia. Ci sono una sazietà e una gioia che entrano nella nostra vita in modo irruento, intenso, ma hanno una breve durata e, una volta scomparse, lasciano in dono un po’ di amarezza, tristezza e un vuoto che chiede di essere nuovamente riempito. Ci sono anche una sazietà e una gioia più “tranquille”, “pacifiche”, che ritroviamo in noi senza sapere bene da cosa siano causate, che ci spingono a guardare la realtà con uno sguardo contemplativo, capace di coglierne tutta la bellezza, e ci fanno sentire in pace con tutti. Una volta scomparse, si ha la sensazione che siano comunque in noi, anche se in quel momento non le stiamo più vivendo. Accorgendoci di queste differenze, come suggerisce sant’Ignazio di Loyola, potremmo imparare a riconoscere se la nostra sazietà nasce dall’aver mangiato pane o dalla relazione con il Signore.

Preghiera

«Esultino e gioiscano in te quelli che ti cercano» (Sal 70,5): con le parole del salmo, chiedo al Signore la grazia di trovare in lui la mia gioia.

Agire

A fine giornata, faccio memoria di una gioia vissuta e cerco di scoprire che cosa l’ha causata e dove mi hanno condotto i pensieri che l’accompagnavano.

Meditazione del giorno a cura di Marzia Blarasin, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione