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Aleppo. I gesuiti sospendono il servizio per i rifugiati: “Siamo allo stremo”

Il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati (JRS) in Siria annuncia la sospensione di tutte le attività a causa dell’escalation di violenze di questi giorni

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“Con grandissimo rammarico” da oggi, 3 maggio, il Servizio dei Gesuiti per i Rifugiati (JRS) in Siria ha sospeso con effetto immediato tutte le attività (centri di distribuzione aiuti, ambulatorio, mensa) ad Aleppo fino a nuovo ordine. Lo rende noto un comunicato dell’organizzazione che denuncia l’escalation di violenza di questi ultimi giorni: attacchi massicci causati da granate ad Aleppo e nei dintorni che hanno provocato diversi feriti gravi tra i civili.
I volontari nella martoriata città siriana riportano testimonianze drammatiche: “Il figlio di un operatore del JRS è rimasto ferito al rene; le sue condizioni sono al momento stabili. Bombe da mortaio sono cadute proprio accanto al centro di distribuzione e vicino all’ambulatorio gestiti dal JRS. Inoltre, fin dalle prime ore del mattino, diverse bombe da mortaio sono cadute sulla moschea Al-Rahman Mosque accanto alla mensa del JRS. Zone in cui abbiamo centri di distribuzione e dove effettuiamo visite a domicilio alle famiglie più vulnerabili sono soggette a pesanti e continui bombardamenti”.
A causa di questa eccezionale ondata di violenza, come misura precauzionale il JRS in Siria ha deciso quindi di sospendere la sua attività, pur precisando che le condizioni di sicurezza verranno nuovamente valutate da domani 4 maggio.
Intanto il Centro Astalli (sede del JRS in Italia) si unisce all’appello dei colleghi in Siria: “Nell’interesse e per l’incolumità della popolazione civile di Aleppo chiediamo a tutte le fazioni belligeranti di sospendere immediatamente ogni ostilità”, si legge in una nota. “Vogliamo esprimere la nostra solidarietà con tutte le vittime e preghiamo che la pace ritorni ad Aleppo e in tutta la Siria al più presto”.
P, Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli aggiunge: “Oggi è un giorno molto difficile per tutto il JRS. Ci appelliamo alle istituzioni nazionali e sovranazionali, alle organizzazioni internazionali, alle diplomazie attive nell’area perché sia fatto quanto necessario per stabilire una tregua ad Aleppo e in tutta la Siria”.
“La popolazione civile è allo stremo”, sottolinea il gesuita, “bisogna immediatamente aprire una via di pace. Chiediamo inoltre che l’Europa apra immediatamente canali umanitari per far giungere la popolazione siriana a chiedere asilo in sicurezza. Servono visti temporanei e misure di accoglienza e protezione per uomini e donne vittime incolpevoli di un conflitto che deve cessare immediatamente”.
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ZENIT Staff

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