Lettura
Nella liturgia odierna, incontriamo un testo ricco di allusioni bibliche che vogliono suggerire i due volti dell’identità messianica di Gesù: quello del Messia sofferente e quello di un Dio salvatore universale. Ma il Vangelo di oggi riporta anche la realizzazione del desiderio di un uomo, Simeone, che ha saputo attendere e mantenere salda la sua fiducia nella Promessa di Dio. Scrive sant’Agostino: «Allo stesso modo, Dio con l’attesa allarga il nostro desiderio, col desiderio allarga l’animo e dilatandolo lo rende più capace. Viviamo dunque, o fratelli, di desiderio, poiché dobbiamo essere riempiti […]; in questo consiste la nostra vita: esercitarsi col desiderio» (sant’Agostino, In Io ep. tr., 4,6).
Meditazione
Con la liturgia della Parola, ogni giorno la Chiesa ci garantisce il dono – tutto da scartare – di un motivo per cui rallegrarci. Ebbene, qual è la buona notizia che questo brano contiene e che non aspetta altro se non di essere scoperta e gustata? Innanzitutto, c’è qualcosa di commovente nell’omaggio che l’Antica alleanza rende alla Nuova mediante la figura di quest’uomo, Simeone, il cui lungo cammino esistenziale, nutrito dell’attesa di una definitiva consolazione, ha reso docile allo Spirito. La via dell’obbedienza alla Legge – di lui il testo dice, infatti, che fu un uomo «giusto e pio» – gli ha restituito lo stupore dell’infanzia, la capacità di lasciarsi sorprendere dalla bizzarra decisione di Dio di inviare il suo Messia nella carne di un bambino. L’attesa fiduciosa di Simeone, che immaginiamo talvolta esser stata messa anche alla prova dal dubbio, circa la promessa sussurrata al suo cuore dallo Spirito, si è mantenuta però costante. Un tale cammino, segnato dall’umiliazione, e probabilmente dalla paura di attendere invano, ha paradossalmente acceso e custodito in lui la speranza, rendendolo creativo e audace. Abitato da un’inaspettata vitalità, egli prende il bambino tra le braccia e pronuncia parole di benedizione e di profezia! Il suo desiderio più profondo, insieme a quello di ogni uomo, è finalmente realizzato, il nostro cercare può accedere finalmente al suo compimento. Il cuore di Simeone, insieme al nostro cuore, può riposare in pace: ha finalmente visto il volto di Dio. Gesù è Dio, è l’edizione umana di Dio! Contemplare il suo volto è l’unica esperienza che ci sazia veramente e profondamente. È giunto il tempo di goderne!
Preghiera
«Di te ha detto il mio cuore: “Cercate il suo volto”; il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo. Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza» (Salmo 26,8-9).
Agire
Cercherò di individuare i desideri che abitano il mio cuore, ne valuterò l’intensità e chiederò a Dio di aiutarmi a desiderare l’incontro con Lui, al di sopra di ogni altra cosa.
Meditazione del giorno a cura delle Monache Agostiniane – Comunità dei Quattro Santi Coronati di Roma, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it