Quando telefono al cugino Armando, m’introduco con la frase dialettale: “Eo nissun?” Dopo una risata lui ti racconta che Neni, di notte, voleva pescareda solo senza essere visto. Arrivato sul posto gridava: “Eo nissun?” (c’è qualcuno?)…Se la risposta era quella che desiderava, il silenzio, aggiungeva soddisfatto: “Ghe son mi!” e pescava.
“C’è qualcuno?” E’ il grido lanciato dalla voce di un bambino. E’ l’interrogativo radiofonico che ho appena sentito in uno spot pubblicitario per un servizio a “telefono azzurro” che ha per scopo assicurare una presenza d’amore ai bambini che si sentono soli e abbandonati.
Mi confidava Sergio: vivo con molte persone, ma soffro la solitudine; allungo una mano, ma non trovo nessuno che la stringa; mando un saluto, ma in risposta incontro solo freddezza; faccio un sorriso, ma mi risponde una smorfia…
Con un senso di disperazione mi trovo a guardare in alto e a chiedere a Gesù: “Ma c’è qualcuno?” Ci sei almeno tu?
E mi sento rispondere: “Tu lo sai che dopo essere stato buttato via da tutti, sospeso tra cielo e terra, questa stessa domanda l’ho rivolta io al Padre da cui pure mi sentivo abbandonato. Con un immenso atto di fiducia ho aggiunto: “Padre, nelle tue mani mi abbandono” e da allora ti assicuro che tu mi puoi ritrovare immancabilmente in ogni tua solitudine.”
“Si, c’è Qualcuno!”.
Ciao da p. Andrea
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