Brasile: Vescovi contro la campagna governativa sugli anticoncezionali

Distribuiti 1,2 miliardi di profilattici e 70 milioni di confezioni di pillole

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BRASILIA, mercoledì, 7 gennaio 2009 (ZENIT.org).- I Vescovi brasiliani hanno levato la propria voce contro la campagna governativa che prevede la distribuzione nel corso del 2009 di 1,2 miliardi di profilattici, settanta milioni di confezioni di pillole anticoncezionali e mezzo milione delle cosiddette “pillole del giorno dopo”.

“Il Governo vuole diminuire la popolazione con la distribuzione massiccia di pillole e profilattici, invece di educare alla maturità nell’esercizio della sessualità”, ha commentato monsignor Antonio Augusto Dias Duarte, Vescovo ausiliare dell’Arcidiocesi di Rio de Janeiro, come riporta “L’Osservatore Romano”.

Di fronte alla campagna, presentata dal Ministero della Sanità brasiliano come un mezzo per la “prevenzione dell’Aids, delle malattie veneree e delle gravidanze indesiderate”, i Vescovi tornano ad affermare il principio di una paternità e maternità “consapevole ed eticamente responsabile”.

Secondo i presuli, non si tratta solo di contrastare i notevoli interessi economici legati all’introduzione dei metodi contraccettivi, ma anche di denunciare e combattere una nuova rivoluzione sessuale che diviene liberazione da ogni legge morale, non soltanto cristiana.

Già nell’agosto 2007, la Conferenza Episcopale Brasiliana ha pubblicato un documento che denuncia una “rete internazionale” di organizzazioni che promuovono e finanziano la legalizzazione dell’aborto e la diffusione di un’ideologia di morte in America Latina.

“L’aborto, chimico o chirurgico, è stato usato dai Paesi sviluppati come lo strumento principale per sostenere una politica globale di controllo della popolazione”, denuncia il testo, che parla anche di “un progetto che include la diffusione di una mentalità anti-natalista, comprendente l’imposizione degli anticoncezionali, l’aborto legale e altri attacchi contro la vita” in una prospettiva in cui si impedisce ai poveri “di avere una discendenza, invece di investire nello sviluppo economico”.

In questo contesto, contraccezione, aborto e perfino l’eutanasia diventano “parte di una politica demografica, integrata da una politica più ampia di globalizzazione, che mira al monopolio economico”.

L’introduzione di una cultura della morte, avvertono i presuli, “fa perdere il senso della vita, i valori etici e i diritti naturali, dai quali deriva tutto il diritto positivo”.

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ZENIT Staff

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