Boom di vocazioni nel mondo, ad eccezione dei Paesi occidentali

CITTA’ DEL VATICANO, martedì 6 aprile 2004 (ZENIT.org).- Seppure il crollo delle nascite, l’invecchiamento della popolazione e la secolarizzazione abbiano penalizzato l’Occidente cristiano, negli ultimi 25 anni il numero di seminaristi nel mondo è raddoppiato.

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E’ quanto ha reso noto il 6 aprile in Sala stampa Vaticana monsignor Csaba Ternyák, segretario della Congregazione per il Clero e Arcivescovo di Eminenziana.

Intervenendo alla Conferenza Stampa di presentazione della Lettera del Santo Padre ai Sacerdoti per il Giovedì Santo 2004, Ternyák ha affermato che “il fenomeno della crescita delle vocazioni è una constante: il numero dei seminaristi maggiori è quasi raddoppiato sono attualmente 112.982 , nei confronti dell’inizio del pontificato, quando i seminaristi erano soltanto 63.882”.

“Nella storia della Chiesa non abbiamo mai avuto tanti seminaristi studenti di filosofia e di teologia”, ha esclamato il prelato.

“Il bello – ha aggiunto – è che queste vocazioni sono più stabili di trenta anni fa: la proporzione di seminaristi che rinunciavano a questa via era di 9,09% all’inizio del Pontificato, mentre, attualmente, tale proporzione è scesa al 6,93%”.

Il prelato ha, in seguito, spiegato che: “Il calo percepito in alcuni paesi occidentali non deve creare una falsa illusione: esso è correlativo all’invecchiamento progressivo della popolazione locale, al fenomeno preoccupante della diminuzione delle nascite, e, infine, al fenomeno culturale dell’aumento del secolarismo”.

“Dall’altra parte, però, – ha affermato Ternyák – si può costatare una crescita del clero, particolarmente nei continenti più giovani, dove è ancora significativa la procreazione e dove la cultura è meno intaccata dalla crisi religiosa”.

Il segretario della Congregazione per il clero ha precisato che il numero totale del clero nel mondo (inclusi anche i vescovi e i diaconi) è, alla fine del 2001, di 439.850, mentre era di 406.509 nel 1961. Mentre il 14 % delle parrocchie attuali (216.736 alla fine del 2001), è stato creato durante gli ultimi trenta anni.

“La proporzione di sacerdoti espressamente dedicati al ministero parrocchiale è cresciuta in modo più notevole ancora: 212.095 parrocchie sono gestite in modo diretto da un sacerdote, mentre nel 1978 ne erano soltanto 200.295”.

Dal quadro statistico dei soli presbiteri (non inclusi i vescovi e i diaconi) diviso per continente e per gli anni compresi tra il 1961 e il 2001, presentate da Ternyák si evince che l’Europa rimane il Continente con più presbiteri, ma anche quello che denota il crollo maggiore: 250.859 i presbiteri nel 1961, contro i 206.761 del 2001.

In calo anche l’America del Nord con 71.725 presbiteri nel 1961 e 57.988 nel 2001. In crescita: l’America Latina con 43.202 (1961) rispetto ai 63.159 (2001); l’Asia con 25.535 (1961) contro i 44.446 (2001) e l’Africa con 16.541 (1961) contro i 27.988 (2001).

Per un totale, quindi, di 405.067 presbiteri nel 2001 in confronto ai 404.082 presbiteri accertati per il 1961.

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ZENIT Staff

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