Non importa se le cose che faccio sono grandi o piccole. Piccole o grandi sono tutte importanti perché tutte hanno un credito infinito: “L’hai fatto a me”. “Entra nella gioia del tuo Signore”! È proprio il biglietto d’entrata. Il lascia passare.
Santa Caterina una sera è visitata da un povero che le chiede qualcosa da mangiare e da vestire. La santa si alza immediatamente e, per quanto può, lo accontenta; e il povero se ne va. Il mattino seguente le appare Gesù in persona tenendo in mano oro e perle e le dice: “Ecco le cose che mi hai dato ieri sera nel povero che ti ha visitato. Tutti i tuoi doni sono diventati oro”.
Dio mette sul suo conto tutto ciò che facciamo a chiunque ci passa accanto, fosse anche il peggior delinquente della terra. Da qui la profondità del detto: “Alla fine della vita possederai ciò che hai donato”.
Non è che Gesù mi chieda di parlare del bene da fare, di esortare gli altri a mettere in pratica le quattordici opere di misericordia spirituali e materiali, mi chiede soltanto di fare per amore anche il più piccolo gesto che durante il giorno mi viene domandato.
Ricordati che “ciò che fai anche all’ultimo dei miei fratelli, lo fai a me”. Allora rendo concreto il mio amore per Dio, quando lo sfamo nell’affamato dove Dio è presente, lo disseto nell’assetato in cui Dio stesso è assetato, lo visito nel carcerato dove Dio si è rinchiuso, lo perdono nel peccatore incallito dove Dio “si è fatto peccato”.
“Non chi dice “Signore”, ma chi fa per amore… entra, si salva”.
Ciao da p. Andrea
***
Per richiedere copie dei libretti di padre Andrea Panont e per ogni approfondimento si può cliccare qui.