La Santa Sede proietta “non un potere globale, ma idee globali”

Afferma l’Ambasciatore britannico presso la Santa Sede

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di Roberta Sciamplicotti

ROMA, giovedì, 11 settembre 2008 (ZENIT.org).- La Santa Sede “proietta non un potere globale, ma idee globali”, ha affermato questo mercoledì l’Ambasciatore del Regno Unito presso la Santa Sede, Francis Campbell, alla Pontificia Università della Santa Croce (PUSC) di Roma.

Il diplomatico è intervenuto al Seminario Professionale per giornalisti della stampa internazionale “The Church Up Close – Covering Catholicism in the Age of Benedict XVI”, organizzato dalla Facoltà di Comunicazione Sociale Istituzionale dell’Università e in svolgimento fino al 14 settembre.

Originario dell’Irlanda del Nord, Campbell è il primo cattolico a ricoprire l’incarico da quando Enrico VIII ruppe i rapporti con la Chiesa di Roma nel 1534. E’ stato anche il primo cattolico irlandese ad essere nominato ambasciatore da quando la Repubblica d’Irlanda ha ottenuto l’indipendenza nel 1921.

La Santa Sede, ha spiegato, è una “forza mondiale con grande influenza”, una “portata diplomatica globale” e un “corpo diplomatico altamente rispettato”

“Sa cosa accade nel mondo, e sa chi è chi nelle comunità di fede mondiali”, ha aggiunto; per questo, “gioca un ruolo molto importante” ed è una “realtà rispettata” da tutti.

L’Ambasciatore ha ricordato come la Santa Sede non abbia una valenza soltanto religiosa, ricoprendo anche un “ruolo centrale nel dibattito intellettuale e morale globale”, rappresentando “uno dei forum d’opinione più significativi a livello mondiale” e interessandosi di “un’ampia varietà di temi e aree”.

Tra questi, ha citato la politica ambientale, riferendosi agli interventi relativi ai cambiamenti climatici e all’invito rivolto più volte dai Pontefici a optare per uno stile di vita basato sul rispetto della creazione, e “l’insegnamento cattolico sulla sussidiarietà, per incoraggiare soluzioni locali” ai problemi attuali.

Allo stesso modo, Campbell si è riferito all’interesse della Santa Sede per lo “sviluppo internazionale”, soprattutto in Africa, dove i gruppi religiosi sono spesso i primi a fornire assistenza sanitaria alle popolazioni locali.

Questa azione, ha spiegato, mostra che quando i gruppi di fede mobilitano le proprie risorse si raggiungono grandi risultati.

La Santa Sede, “una delle più antiche organizzazioni e forse anche una delle più complicate”, lavora inoltre “dietro le quinte per prevenire i conflitti o porvi fine”, a volte attraverso organizzazioni quali la Comunità di Sant’Egidio.

Allo stesso modo, la sua portata internazionale fa sì che abbia un ruolo di primo piano nel dialogo interreligioso e nelle discussioni etiche, come quella sulla pena di morte o sul disarmo, sulle migrazioni o sul traffico di esseri umani.

Senza l’intervento della Santa Sede, ha confessato l’Ambasciatore Campbell, non sarebbe ad esempio stato possibile raggiungere il bando delle bombe a grappolo nella conferenza di Dublino del maggio scorso.

Concludendo il suo intervento, l’Ambasciatore ha espresso un giudizio sul suo ruolo confessando che “ci sono pochi posti migliori in cui svolgere il proprio servizio diplomatico”.

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ZENIT Staff

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