ROMA, giovedì, 1 gennaio 2009 (ZENIT.org).- Nel difficile momento economico attraversato da molte famiglie in Italia, la Chiesa intende mettere a fuoco quanto sta facendo per venire incontro alle tante forme di povertà presenti nel nostro territorio e nel mondo.
Tutto ciò è reso possibile dalla generosità di tanti e alla dedizione di sacerdoti, religiosi, religiose e laici, che si impegnano nella realizzazione dei progetti, ma anche alle risorse provenienti dall’otto per mille.
Infatti, ha affermato il Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) in una nota, “l’istituto dell’otto per mille non ha rappresentato soltanto un’opportunità finanziaria in più, ma una forma di ‘democrazia fiscale’, aperta a tutti i contribuenti e finalizzata al sostegno di attività caritative e umanitarie, per combattere gravi forme di emarginazione e promuovere lo sviluppo integrale delle persone e delle comunità”.
Tale azione si riferisce non solo alle capillare presenza delle parrocchie, degli istituti religiosi, di associazioni e movimenti, ma anche all’attività promossa dalla Caritas, operante in migliaia di situazioni locali.
“È l’esempio – ha spiegato ancora il porporato – di come le nostre comunità cristiane si prodigano costantemente con spirito di abnegazione per dare un apporto generoso e venire incontro alle necessità soprattutto delle famiglie, particolarmente esposte ai venti della difficile congiuntura che si sta imponendo all’attenzione di tutti”.
“Le parrocchie – ha continuato – rappresentano da questo punto di vista non solo un segno di prossimità in contesti sociali disgregati, ma anche una concreta risposta alle imprevedibili forme di povertà, nascoste sotto le pieghe di un benessere sempre più fragile”.
Importante anche l’aiuto ai Paesi in via di sviluppo, sia mediante il sostegno di progetti di promozione sociale, sia alleviando le sofferenze delle popolazioni colpite da guerre e calamità naturali.
“La presidenza della CEI – ha affermato il Cardinale Bagnasco – attraverso i fondi derivanti dall’otto per mille e alla conseguente erogazione degli stessi, cui provvede l’apposito Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo mondo, ha fornito un aiuto concreto a quanti, in diverse aree del mondo, sono stati colpiti da disastri ambientali o conflitti”.
“Su questa strada operosa di vicinanza e di solidarietà, la Chiesa che è in Italia continuerà sempre con maggiore determinazione e con l’aiuto di tutti”, ha poi concluso.
Dal 2003 al 2008, anche grazie ai fondi derivanti dall’otto per mille, le Caritas diocesane hanno realizzato oltre 863 progetti a livello locale, di cui 164 tuttora in corso, nell’ambito del disturbo mentale, dell’emarginazione giovanile, dell’accoglienza ai rifugiati, contro la tratta degli esseri umani, a sostegno delle persone senza dimora che si trovano in difficoltà e di quanti in genere vivono situazioni di bisogno.
In particolare, dal 2003 al 2008 Caritas Italiana ha contribuito anche alla realizzazione di progetti destinati principalmente alle famiglie.
90 progetti a livello diocesano hanno dato vita a iniziative di accoglienza e ad attività che puntano a favorire l’integrazione sociale, l’accompagnamento, il reinserimento lavorativo di persone che vivono in situazioni di disagio sociale.
Un aiuto concreto è stato dato a minori, anziani e disabili che vivono da soli in casa, così come alle persone che hanno subito maltrattamenti. Tra i progetti vanno ricordati anche quelli di sostegno al reddito, di microcredito, di consumo responsabile, ma anche di sensibilizzazione su temi come il diritto alla vita, l’affido e l’adozione.
350 progetti riguardano attività a sostegno di quanti in famiglia hanno detenuti oppure ex detenuti, sono migranti, hanno subito violenze tra le mura di casa o sostengono donne vittime di abusi.
Oltre 230 progetti prevedono azioni di primo ascolto, orientamento e accoglienza attraverso l’attività dei centri di ascolto parrocchiali e diocesani, dei consultori e dei servizi di orientamento, in cui è in crescita la presenza di famiglie non solo straniere.
Infine, 5 sono i progetti promossi da realtà ecclesiali operanti a livello nazionale sul tema della solidarietà familiare.
Il Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo mondo ha invece approvato nel mese di novembre 2008 ben 52 progetti che diventeranno operativi nel 2009. Di essi, 13 interessano l’Africa (Angola, Burundi, Ciad, Congo Brazzaville, Madagascar, Mali, Repubblica democratica del
Congo, Sao Tome e Principe, Sudan, Togo, Uganda), uno la Papua Nuova Guinea, 15 l’America Latina (in particolare Bolivia, Brasile, Colombia, Nicaragua, Perù), 22 l’Asia (in particolare Bangladesh, Cambogia, Filippine, India, Myanmar) e uno l’Albania.
Dal 1990 al 2004 gli interventi caritativi della CEI a favore dei Paesi in via di sviluppo sono stati 6275. La maggior parte ha riguardato progetti di formazione (4631 interventi, di cui 1217 nel settore delle comunicazioni, 810 per favorire l’apprendimento e la formazione professionale, 605 per la salvaguardia dell’ambiente); 311 interventi hanno fatto fronte a emergenze umanitarie e 770 sono stati finalizzati alla realizzazione di infrastrutture.