Santiago de Compostela si prepara per l'Anno Giubilare 2010

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di Carmen Elena Villa

CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 21 gennaio 2009 (ZENIT.org).- Santiago de Compostela riceve ogni anno circa sei milioni di pellegrini, ma nel 2010 si pensa che il loro numero aumenterà.

Sarà un anno giubilare, o “año xacobeo”, perché si celebra ogni volta che il 25 luglio, giorno dell’Apostolo Giacomo il Maggiore, cade di domenica, come avverrà appunto l’anno prossimo. Il successivo anno giubilare sarà nel 2021.

Durante il festival “Itinerari dello Spirito”, organizzato dall’Opera Romana Pellegrinaggi, istituzione dipendente dalla Santa Sede, e terminato questa domenica alla Fiera di Roma, decine di stand sono stati destinati a far conoscere il Cammino di Santiago.

Per María Carmen Furelos, presidente dell’organizzazione Cammini d’Europa, che ha partecipato all’evento, chi segue questo itinerario scopre “territori ricchi di storia, cultura, tradizioni, gastronomia e prodotti locali di grande qualità, sottilmente dimenticati dai grandi circuiti turistici internazionali”.

Una tomba perduta per 800 anni

Secondo la tradizione, i resti di San Giacomo, che venne martirizzato in Palestina, vennero trasferiti in Spagna, dove aveva svolto parte della sua opera apostolica. La sua tomba venne scoperta nell’anno 800 dall’eremita Pelayo in un luogo chiamato Campus Stella, da cui deriva il nome

Compostela.

Alcuni studi archeologici svolti durante il XX secolo hanno scoperto un mausoleo all’interno di una necropoli cristiana, romana e germanica, dei secoli I-II. Questi dati si sono uniti alla tradizione del ritrovamento della tomba dell’Apostolo.

Lì è stata costruita la prima chiesa dedicata al santo, sul luogo dell’attuale Cattedrale. Tra il X e l’XI secolo iniziarono i pellegrinaggi a Santiago de Compostela per varie vie: la più conosciuta è quella francese, che arriva in Spagna attraverso Roncisvalle e Jaca, passando poi per Navarra, Aragona, La Rioja, Castilla y León e attraversando la Galizia fino a giungere a Santiago.

Sulle rotte vennero costruiti alberghi e ostelli per i pellegrini. Il Cammino di Santiago è servito anche per diffondere varie correnti artistiche, economiche e culturali, come gli stili romanico e gotico in architettura. I monaci di vari ordini favorirono la diffusione di quest’opera. Alcuni di loro sono San Giovanni de Ortega e Domingo de la Calzada.

Oltre al cammino francese esiste quello del nord, che attraversa i Paesi Baschi, la Cantabria e le Asturie. Un altro è la rotta portoghese, mentre un altro ancora parte da Siviglia e attraversa la Spagna da sud a nord.

“Tutte le rotte hanno come base l’obiettivo di trovare se stessi e parlare a tu per tu con Santiago arrivando a Compostela, avere l’incontro finale con lui”, ha spiegato a ZENIT Joaquín Rubal, del Centro Europeo per l’Informazione e i Pellegrinaggi.

Nel XVI secolo il numero dei pellegrini che si recavano a Santiago de Compostela iniziò a diminuire sensibilmente. Negli anni ’50 del Novecento, alcuni sacerdoti e laici guidati da padre Elías Valiña tornarono a promuovere questo pellegrinaggio, e durante gli anni ’70 e ’80 i pellegrini aumentarono.

Nel 1989 si è svolta a Santiago la Giornata Mondiale della Gioventù, alla quale ha partecipato Papa Giovanni Paolo II, e nel 1993 c’è stato un boom dei pellegrinaggi in occasione dell’“anno giacobeo”. Nello stesso anno, l’UNESCO ha dichiarato Santiago Patrimonio dell’Umanità.

“Chi segue il Cammino di Santiago sperimenta una trasformazione, il vero pellegrinaggio si compie solo quando arrivi camminando con pellegrini di tutto il mondo. Ti permette di riflettere e di prepararti ad arrivare alla meta finale, ti aiuta a interiorizzare e a dialogare con te stesso”, ha osservato Rubal.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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