di padre Piero Gheddo*
ROMA, venerdì, 3 luglio 2009 (ZENIT.org).- Nell’Anno Sacerdotale proclamato da Benedetto XVI il 19 giugno scorso, un anno di preghiere e di riflessione sul sacerdozio, ho ringraziato il Signore, non solo di avermi chiamato, ma di aver messo sulla mia strada tanti ottimi e santi sacerdoti che hanno influenzato la mia formazione di prete.
Oggi voglio ricordarne uno solo al quale debbo tanto: padre Paolo Manna (1882-1952), beatificato a Roma da Giovanni Paolo II il 4 novembre 2001; missionario in Birmania per 12 anni (1995-1907) e poi direttore di “Le Missioni Cattoliche” (oggi “Mondo e Missione”); fondatore dell’Unione missionaria del clero (oggi Opera Pontificia) e superiore generale del Pime (1924-1934).
L’ho incontrato una sola volta nel 1945 o 1946 a Monza, dov’ero da poco entrato nel liceo del Pime dal seminario diocesano di Moncrivello (Vercelli) e poi ho avuto la fortuna di dover scrivere la sua biografia nell’anno della sua beatificazione (“Paolo Manna”, EMI 2001, pagg. 400).
A padre Manna debbo l’inizio della mia vocazione missionaria quando nei primi anni del mio ginnasio a Moncrivello il Signore mi chiamò ad essere missionario, facendomi leggere il suo primo libro, forse il più appassionato e affascinante (almeno per noi giovani di quel tempo!): “Operarii autem pauci – Riflessione sulla vocazione alle missioni estere” (Pime 1909, VI ediz. 1942).
In un secondo tempo, nel 1995, come direttore dell’Ufficio storico del Pime ho pubblicato la prima edizione integrale delle sue Lettere ai missionari del Pime mentre era superiore generale, pagine anche queste infuocate di un ardente amore a Cristo, alla Chiesa e alle “missioni estere”: “Virtù Apostoliche”, Emi 1995, IV edizione, pagg. 460. Ho ripreso in mano per meditarle queste lettere. Ecco alcune espressioni, alcuni squarci delle sue esortazioni:
– “Il missionario deve presentarsi ai popoli infedeli come un alter Christus (altro Cristo). Il missionario di fatti, se non impersona Gesù Cristo non è niente. Quando nel missionario appare l’uomo, allora egli è inefficace” (pag. 90).
– “Amati confratelli, si dice che i missionari sono pochi, ma quanto più pochi sono i veri missionari che ritraggono in tutta la loro vita la figura divina di Cristo!” (pag. 91).
– “Missionari, cioè uomini naturalmente forti e decisi non facciamo le cose a metà. Facendoci missionari abbiamo inteso darci tutti interi a Gesù Cristo. Se non Gli saremo uniti con una grande, totale dedizione, che non può aversi da chi non prega, Egli sarà costretto per la nostra poca generosità a starsene lontano da noi; verremo così a privarci di un grande cumulo di grazie e indubbiamente cadremo nella nostra miseria” (pag. 93).
– “Siate uomini di vita interiore, uomini di preghiera e, se anche foste scarsi di doni naturali, la grazia di Dio supplirà abbondantemente a quello che vi manca. Quante volte missionari di pochi numeri, ma santi, hanno ottenuto grandi frutti di bene in missioni, dove altri più intelligenti e bravi hanno lavorato invano!” (pag. 100).
– (Ai formatori dei seminari): “Preti mediocri non ci servono. Abbiamo bisogno di una vera schiera di uomini superiori, ripieni dello Spirito di Dio, non mercenari o dilettanti, ma veri Pastori nel senso più sublime della parola, che sappiano dare Gesù Cristo alle anime dalla sovrabbondanza del loro tesoro di grazia e virtù” (pag. 157).
Il dramma di noi preti è questo. Che meditiamo e comprendiamo il valore e la forza di queste esortazioni, abbiamo scelto di seguire e di amare Gesù con tutto il cuore, rinnoviamo ogni giorno questa consacrazione totale a Dio e alla missione della Chiesa. Però poi arriviamo a 80 anni e ci accorgiamo di essere ancora molto distanti dall’ideale, pur rimanendo ben convinti che preti santi evangelizzano davvero gli uomini e la società, migliorando la vita per tutti; mentre preti scadenti che vanno secondo la corrente del mondo non possono portare la luce di Cristo nelle tenebre del nostro tempo e toccare il cuore degli uomini. Preghiamo non solo per avere tante, ma soprattutto sante vocazioni.
———-
* Padre Gheddo, già direttore di “Mondo e Missione” e di Italia Missionaria, è il fondatore di AsiaNews. Da Missionario ha viaggiato nelle missioni di ogni continente. Dal 1994 è direttore dell’Ufficio storico del Pime e postulatore di varie cause di canonizzazione. Insegna nel seminario pre-teologico del Pime a Roma. E’ autore di oltre 70 libri. L’ultimo pubblicato è un libro intervista condotto da Roberto Beretta dal titolo “Ho tanta fiducia” (Editrice San Paolo).