ROMA, mercoledì, 9 settembre 2009 (ZENIT.org).- Indetta dal Consiglio d’Europa, venerdì 11 settembre, si terrà a Parigi presso l’Assemblée Nationale Salle La Martine, la Conferenza Internazionale sul tema: “Quale futuro per i diritti umani e la democrazia in Europa? Il ruolo del Consiglio d’Europa”.
Intervistato da ZENIT Franco Previte, Presidente di “Cristiani per servire“, ha espresso preoccupazione perché nell’ambito delle situazioni vigenti in diverse regioni d’Europa, i valori comuni di difesa dei diritti umani e di preminenza del diritto appaiono “minacciati, se non carenti”.
Il rispetto dei diritti di ogni persona al fine di raggiungere una maggiore coesione sociale, come è scritto nel Preambolo della Costituzione Europea, è la condizione posta nella Conferenza Internazionale di Parigi, che il Consiglio d’Europa istituito il 5 maggio 1949 e con sede istituzionale a Strasburgo ha voluto nell’ambito delle celebrazioni del sessantesimo di fondazione, nel rispetto della “Convenzione europea per i diritti dell’uomo”.
Quindi il Consiglio è quell’organo internazionale il cui scopo è promuovere, tra altri, i diritti dell’uomo.
Secondo Previte, “i diritti umani stanno subendo un processo mediatico di rimodulazione e la situazione sociale mostra segni di grande preoccupazione a scapito dei più deboli, i malati incurabili all’ultimo stadio o psichicamente gravi, questi ‘ultimi fra gli ultimi’, talora oggetto di forme di eutanasia, esseri umani troppo spesso relegati nell’angolo buio del ‘palazzo del potere’”.
Per il Presidente di “Cristiani per servire” “anche in ambito europeo i valori di difesa dei diritti umani, non appaiono in sintonia con i principi di preminenza del diritto”.
Bisogna ricordare i drammi che avvengono nella società, o frequentemente all’interno delle famiglie.
“In particolare – sottolinea Previte – i malati mentali, sono i ‘desaparecidos della nostra civiltà’, abbandonati come sono nelle loro famiglie, nelle strutture manicomiali ancora in atto, ‘vittime’ di crisi per le quali ricevono poca e saltuaria assistenza”.
L’associazione “Cristiani per servire” ha denunciato spesso queste situazioni, lamentando “lo stato di abbandono nel quale le famiglie e i malati mentali vengono lasciati ‘marcire’ in un siderale generalizzato silenzio dimostrato da un disinteresse di quanti dovrebbero provvedere”.
Previte sostiene che “ove si negasse ancora una volta al rapporto de quo il diritto di riconoscimento legislativo dell’handicap psichico, pur capendo e riconoscendo la gravità e l’urgenza del ‘problema’, si compirebbe una discriminazione di cui all’art.13 del Trattato della Comunità Europea e della Costituzione Europea”.
Per questo ed altre motivazioni, in carenza di una Direttiva Comunitaria uguale e con la stessa valenze in tutti i 27 Stati dell’Unione Europea, il Presidente di “Cristiani per servire” chiede al Consiglio d’Europa nella conferenza di Parigi: “quale futuro hanno i diritti umani, specie quelli inerenti i malati psichici?”.