di Serena Sartini
LA VALLETTA, martedì, 13 aprile 2010 (ZENIT.org).- Un “grande privilegio” poter accogliere il Papa e “aprire a Benedetto XVI le porte della ‘sua’ casa a Malta”. È con questo sentimento che monsignor Tommaso Caputo, Nunzio a Malta, si prepara ad accogliere Benedetto XVI che sabato e domenica prossima sarà in visita apostolica nell’Isola.
“Sarà un pellegrinaggio alle origini della fede”, dice il Nunzio a ZENIT, che avviene “nell’immediata vigilia del quinto anniversario della sua elezione alla Cattedra di Pietro”. “Una coincidenza non solo significativa ma provvidenziale”.
Dopo anni al servizio della Santa Sede in Segreteria di Stato, con quali sentimenti si appresta ad accogliere il Santo Padre a Malta come Nunzio?
Mons. Caputo: Quando si attende il Papa i sentimenti di gratitudine e di gioia sono naturali da parte di tutti. Nel mio caso non posso che aggiungere il senso di un grande privilegio: nella mia prima esperienza come Nunzio, la Provvidenza mi assegna il compito di dover aprire a Papa Benedetto, pellegrino di pace e di speranza sulle orme di Paolo, le porte della “sua” casa a Malta. Non si può che vivere il senso ecclesiale di una grazia, e toccare, allo stesso tempo, con mano la portata storica di un evento che indubbiamente segnerà un ‘nuovo inizio’ nel cammino della Chiesa e della società maltese. Parlo al futuro, seppure nell’immediata vigilia della visita, ma, in molti modi, la presenza di Papa Benedetto è già viva nell’Isola nel momento in cui è stata annunciata. Questo tempo di attesa è stato scandito innanzitutto dalla riflessione e dalla preghiera. Si può dire che ha portato già frutti. E ciò rende ancora più profondi i sentimenti di gratitudine e di gioia.
Il Papa farà una sorta di pellegrinaggio sulle orme di San Paolo e a Rabat visiterà la Grotta. Quali aspettative ci sono per la Chiesa di Malta?
Mons. Caputo: Malta è terra apostolica e rappresenta, in questo senso, una pagina aperta e viva nella storia di una Chiesa che, nella visione di Papa Benedetto – come ha ricordato nel corso di una recente Udienza generale del mercoledì – è sempre più consapevole che l’intera vicenda cristiana è, nella sua essenza, una storia di ininterrotta testimonianza a partire dagli Apostoli. Sarà, perciò, un pellegrinaggio alle origini della fede, ma ben sapendo che ogni orizzonte nuovo, anche nella Chiesa del terzo millennio, non può scorgersi che a partire dalle radici. Nel magistero di Papa Benedetto la fecondità della successione apostolica splende come un grande punto luminoso e, direi, come la lampada capace di ‘illuminare i passi’ lungo il percorso di una modernità spesso disorientata e ancora alla ricerca di senso.
Benedetto XVI viene a celebrare nell’Isola il 1950° anniversario del naufragio di Paolo. Ma l’eco del bimillenario che ha dato vita all’anno paolino è ancora vivo e si può dire che, nella concretezza dei luoghi, il Papa viene a suggellare anche questo grande evento ecclesiale. E’ chiaro che di fronte alla vastità di significati della visita c’è, in proporzione, l’ampiezza delle attese che riguardano, innanzitutto, la Chiesa locale. Anche da questo punto di vista, il pellegrinaggio si colloca nel momento giusto. Chiesa e società maltese, legate da una storia con molti punti in comune, vivono un tempo di trasformazione. Il ritmo dei cambiamenti può apparire non tumultuoso, rispetto ad altre parti del mondo, ma tutta l’area mediterranea presenta i caratteri di una trasformazione che può portare a svolte importanti e decisive. Il Papa aiuterà a riflettere tutti noi e a cercare le strade più giuste e opportune per rispondere alle sfide portate dai tempi nuovi.
La visita è stata ben preparata da parte della Chiesa e dello Stato. Quali sono i rapporti tra queste due istituzioni?
Mons. Caputo: I rapporti Chiesa-Stato sono improntati a una cordialità che definirei non di ‘facciata’ ma di sostanza. Anche l’impegno nella preparazione della visita ha confermato pienamente una tale valutazione. La trama dei rapporti è salda poiché innestata nella realtà stessa dove la Chiesa e la società civile svolgono i rispettivi ruoli. Malta è ricca di istituzioni formative ed assistenziali. In un certo senso si può definire una terra dalla ‘carità diffusa’, se si tiene conto della fitta rete di organismi di cooperazione e di aiuto, in favore soprattutto dei più svantaggiati. Spesso alla base di tutto esiste un rapporto di collaborazione tra comunità ecclesiale e società civile. Del resto l’Ordine di Malta è un punto di riferimento non solo per l’Isola, anche se proprio da qui, si può dire, è partito tutto. C’è poi un dato, direttamente legato al pellegrinaggio, che illustra in modo compiuto la natura dei rapporti Stato-Chiesa. Quella di Benedetto XVI sarà la terza visita di un Pontefice nell’Isola, nel corso degli ultimi vent’anni: Giovanni Paolo II è stato a Malta due volte, nel 1990 e nel 2001, il suo successore sarà nell’Isola nell’immediata vigilia del quinto anniversario della sua elezione alla Cattedra di Pietro. Una coincidenza, anche questa, non solo significativa ma provvidenziale. Né occorre dimenticare che a Malta la religione cattolica è riconosciuta come religione di Stato e che, per questo, è consuetudine che all’inizio e al termine del proprio mandato i Presidenti della Repubblica si rechino in udienza dal Santo Padre.
Quale ritiene sia il ruolo di Malta nell’Unione europea e nel trasmettere i valori e le radici cristiane?
Mons. Caputo: A Malta tocca indubbiamente un ruolo importante anche nella Comunità europea. I grandi Paesi non sono tali solo per la vastità dei loro territori o per il numero degli abitanti. Il peso della storia di Malta può incidere non poco nella Comunità europea, tanto più se i Paesi dell’area mediterranea riusciranno ad esprimere appieno la propria vocazione di ponte tra mondi e realtà diverse, anche all’interno dello stesso organismo. Il riferimento alle ‘radici cristiane’ è, per Malta, particolarmente congeniale. Il pellegrinaggio di Papa Benedetto sulle orme di San Paolo è, in questo senso, la conferma di un’identità antica e sempre riconoscibile. La posizione geografica, inoltre, concorre a definire e, in un certo senso ad aggiornare, i termini reali di una tale identità: Malta è terra naturale di accoglienza, quindi di dialogo e di convivenza pacifica tra popoli e culture diverse. Si tratta di valori che una società globalizzata – spesso soltanto in termini mercantili – da un lato e alcune ‘chiusure’ di civiltà e popoli continentali tendono sempre più a mettere tra parentesi. Mai come oggi, invece, c’è bisogno di arare e di ampliare al massimo il terreno dell’accoglienza. E Malta può giocare un grande ruolo.
Il Papa risiederà presso la Nunziatura, a Rabat. Ci sono delle piccole sorprese che state preparando?
Mons. Caputo: Non di sorpresa parlerei, ma di stupore: e quale stupore può essere più grande dell’evento che si annuncia? Benedetto XVI tra noi. La storia ci passa accanto. A noi non resta che accogliere ed essere servitori di questo momento di grazia.