Spagna: un film sulla vita di un sacerdote, numero uno al botteghino

di Nieves San Martín

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MADRID, mercoledì, 9 giugno 2010 (ZENIT.org).- “La última cima“, un film sulla vita del sacerdote Pablo Domínguez, uscito nel fine settimana e solo in quattro sale, si è consacrato come numero uno per numero di spettatori nei cinema spagnoli. Su richiesta del pubblico, sarà proiettato in cinquanta sale.

Sono circa 6.000 le persone che hanno già visto questo film di Juan Manuel Cotelo. Vista la massiccia risposta di pubblico, La última cima passerà, su richiesta popolare e in appena una settimana, ad essere proiettato in oltre cinquanta sale di tutto il Paese.

Sono decine i cinema che hanno deciso di togliere dalla programmazione i film in 3D per far posto a “La última cima“, l’unica pellicola che, cosa insolita, parla bene dei sacerdoti.

Il film è un emozionante documentario sul sacerdote madrileno Pablo Domínguez, morto nel 2009 in un incidente di montagna.

Domínguez, filosofo e teologo della Facoltà di Teologia di San Damaso a Madrid, è morto a 42 anni mentre scendeva dal Moncayo. Era l’ultima cima spagnola, di oltre 2.000 metri, che gli mancava. Ai suoi funerali hanno partecipato più di 3.000 persone e una ventina di Vescovi. Le sue Messe e le sue conferenze si riempivano di gente che desiderava ascoltare le sue parole.

Il film è il ritratto di un uomo allegro, umile e generoso che, come dice chi l’ha conosciuto, sapeva che sarebbe morto giovane.

Nel film di Cotelo offrono la propria testimonianza il Cardinal Cañizares, che lo scelse come docente alla San Damaso, il Vescovo Demetrio Fernández di Córdoba, suo amico e il primo a sapere della sua morte, e l’Arcivescovo di Oviedo, Jesús Sanz, allora Vescovo di Jaca e Huesca, che fece spesso visita al sacerdote scalatore.

Al di là della personalità di Pablo Domínguez, il film è un canto alla vita del sacerdote “normale”, che non è delinquente né eroico, né esorcista né missionario in luoghi estremi, ma è semplicemente disponibile, assiste la gente, la ascolta, la confessa, predica la verità senza paura, con umorismo e intelligenza. Con immagini della montagna, il film riflette sulla grandezza del sacro, del sacerdozio, del sacrificio e della morte.

Grazie alle testimonianze di persone sincere che parlano di Pablo, lo spettatore si affeziona a un sacerdote che alla fine muore. Il film inizia con umorismo e provocazione, e man mano che la morte si avvicina diventa più elevato nello stile e nel contenuto.

Il regista Juan Manuel Cotelo riferisce di essere uscito per strada con la sua telecamera e di aver scoperto che otto persone intervistate su dieci avevano una buona opinione dei sacerdoti.

Il successo nelle sale di questa pellicola è stato preceduto da un insolito boom su Internet. Nelle tre settimane precedenti l’uscita al cinema, il trailer è stato scaricato più di 200.000 volte. Nella sezione “Ho conosciuto Pablo” ci sono centinaia di commenti di gente che lo ricorda e si è emozionata condividendo le sue esperienze con questo sacerdote.

[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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