Seguire la Madonna in Russia

Intervista a padre Erich Fink

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ROMA, lunedì, 7 marzo 2011 (ZENIT.org).- Per padre Erich Fink, la conversione della Russia rappresenta il sogno della sua vita. Un sogno iniziato quando lavorava nei campi tedeschi a soli 10 anni d’età.

Ora, come sacerdote, svolge il suo lavoro pastorale a Berezniki, nella Russia centro-occidentale. Per lui l’appello della Madonna di Fatima – di pregare per la conversione della Russia – rimane valido ancora oggi.

Padre Fink ha parlato con il programma televisivo “Where God Weeps”, realizzato da Catholic Radio and Television Network (CRTN), in collaborazione con Aiuto alla Chiesa che soffre.

Padre, perché la Russia è stata per lei un sogno d’infanzia?

Padre Fink: Credo sia stato per volere della Madonna di Fatima. Sapevo della Russia attraverso mio padre, che è stato in Russia per sette anni, da giovane, durante la guerra: tre anni come soldato e quattro come prigioniero di guerra. Ha sempre parlato con grande affetto del popolo russo. Parlava delle donne russe che facevano avere loro del pane tirandolo oltre le mura della prigione, pur sapendo che era vietato e punibile con la pena capitale. Più tardi è tornato in Germania ed ha sposato mia madre.

Abbiamo sofferto molto durante quei primi anni. Come bambini cercavamo di aiutare la nostra famiglia nelle difficoltà e abbiamo scoperto la preghiera di Fatima. La Madonna di Fatima ha promesso di alleviare soprattutto i problemi di famiglia e così abbiamo iniziato a pregare il rosario. È stato in questo periodo che il messaggio mi è divenuto più chiaro: la pace mondiale dipendeva dalla conversione della Russia. Allora ho deciso che avrei voluto lavorare lì.

Quanti anni aveva?

Padre Fink: Avevo 10 anni. Nei cinque anni successivi compresi chiaramente di voler diventare sacerdote e di voler andare in Russia per aiutare in questa conversione.

C’era una persona in particolare a cui si è ispirato?

Padre Fink: Nessuno mi ha ispirato. Ricordo che stavo nei campi – eravamo contadini – e ho avuto questa ispirazione: sapevo che ad un certo momento sarei diventato sacerdote e il desiderio di andare in Russia era molto forte. Ho usato ogni possibilità perché ciò si verificasse. Avevo sentito che Tatiana Goritcheva sarebbe venuta in Germania. Ho cercato il modo di incontrarla.

Tatiana Goritcheva era una lituana dissidente, imprigionata per molti anni, che ha raccontato la sua storia di conversione.

Padre Fink: Sì, era una filosofa atea e si è convertita. Poi ha iniziato a predicare e a dare testimonianza della sua ritrovata fede. Per questo è stata arrestata ed esiliata. Io l’ho incontrata e le ho detto che avrei voluto lavorare come sacerdote in Russia. Lei mi ha risposto: “Non è realistico e nell’arco della tua vita la Russia non cambierà”.

Qual è stata la difficoltà più grande che ha incontrato andando a Berezniki?

Padre Fink: Il mio principale problema a quel tempo era la lingua. Conoscevo solo l’alfabeto e non sapevo formulare neanche una frase.

Quali sono i problemi con cui si confronta oggi lavorando in Russia?

Padre Fink: Dalla mattina alla sera la gente viene da me per chiedere un aiuto spirituale e materiale. In ogni momento devo decidere come aiutare quella persona e devo chiedermi: “è un desiderio sincero di aiuto spirituale? Qual è il modo giusto per dare assistenza sociale?”. Devo anche aiutare e guidare le persone a saper prendere decisioni autonome e a trovare soluzioni per migliorare la loro vita. Queste sono le grandi sfide.

Qual è secondo lei la sfida principale della Chiesa cattolica in Russia?

Padre Fink: Dobbiamo dare testimonianza della dignità divina di ogni persona umana. Questa è la più grande necessità in Russia. Abbiamo numerosi problemi: alcolismo, tossicodipendenza, abbandono di minori. Ogni persona ha una dignità divina. Questa dignità può essere nutrita solo con un approccio olistico che comprende non solo un lavoro sociale, ma anche un nutrimento spirituale.

La Chiesa cattolica ha la possibilità di fare questo. La Chiesa ortodossa ha minore esperienza nell’ambito sociale, mentre noi cattolici possiamo dare un apporto. Dobbiamo, tuttavia, comprendere la mentalità russa per poter dare l’aiuto giusto e allo stesso tempo dobbiamo comprendere e amare la Chiesa ortodossa. Dobbiamo comprendere che siamo ospiti e che la conversione e il rinnovamento della fede può venire solo attraverso e nella Chiesa ortodossa. Per aiutare la Chiesa ortodossa dobbiamo comprenderla.

Padre, se lei dovesse fare un appello, ora, ai cattolici, cosa direbbe?

Padre Fink: Il mio appello è di cercare di comprendere la Russia. Io vedo, soprattutto in Europa e in Occidente, che ci sono molti dubbi: se è un sistema democratico, eccetera. Questo non aiuta. La Russia deve essere un Paese forte per poter affrontare i suoi problemi, ed è sulla strada giusta.

La Russia ha bisogno di sostegno morale da parte di tutti i fedeli e che questi gioiscano dei passi in avanti. Ma abbiamo bisogno, oltre alla comprensione, anche delle preghiere. A Fatima, quando la Madonna ha chiesto che tutti i cattolici preghino per la conversione della Russia, noi sapevamo che il comunismo era finito. Molti ora pensano che non è più necessario continuare a pregare per la Russia. Ma abbiamo bisogno di preghiere e di sostegno spirituale ora più che mai, perché la Russia sta iniziando solo ora la sua conversione. Non si è ancora convertita.

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Questa intervista è stata condotta da Mark Riedemann per “Where God Weeps”, un programma televisivo e radiofonico settimanale, prodotto da Catholic Radio and Television Network in collaborazione con l’organizzazione internazionale Aiuto alla Chiesa che soffre.

Where God Weeps: www.WhereGodWeeps.org

Aiuto alla Chiesa che soffre: www.acn-intl.org

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ZENIT Staff

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