di Antonio Gaspari
FIRENZE, domenica, 20 marzo 2011 (ZENIT.org).- A conclusione dell’Assemblea nazionale che si è svolta a Firenze, il Movimento per la Vita (MpV) ha approvato questa domenica un documento riguardante la legge sul fine vita attualmente in discussione alla Camera.
Secondo l’Assemblea del MpV una legge è indispensabile per arginare “la falla creata nell’ordinamento giuridico dagli interventi della magistratura sul caso Eluana” che hanno di fatto indotto una deriva eutanasica, già visibile nei presidi sanitari.
Il MpV auspica che venga approvato in via definitiva il “testo adottato dal Senato”, o, se ciò non fosse possibile, che venga introdotta una modifica dell’art. 2, per evitare “la facoltà di sottoscrivere le DAT (Dichiarazioni anticipate di trattamento) anche da parte dei rappresentanti degli incapaci”.
In particolare il documento del MpV chiede che: “la legge in discussione alla Camera sia rapidamente approvata e che sia mantenuto il suo impianto fondato su:
– l’affermazione della indisponibilità della vita umana;
– l’esplicito richiamo alla persistenza vigenza dei delitti previsti di oidio del consenziente e istigazione/aiuto al suicidio;
– una corretta interpretazione dell’articolo 32 della Costituzione la cui primnaria garanzia riguarda il diritto alla salute dei cittadini mentre il necessario consenso alle cure da parte del paziente è espressione di un’alleanza terapeutica che suppone un dialogo possibile soltanto quando il paziente è in piena capacità di intendere e di volere;
– l’impossibilità di inserire nelle DAT una richiesta di non erogare o di sospendere le cure salvavita;
– la distinzione tra abbandono terapeutico (vietato) e accanimento terapeutico (da sempre riprovevole);
– la libera valutazione del medico in scienza e coscienza delle DAT prese in considerazione in quanto strumento per prolungare il colloquio medico paziente nel quadro dell’alleanza terapeutica;
– la considerazione dell’alimentazione e idratazione come mezzi di sostegno vitali”.
E’ opinione del MpV che una non approvazione della legge, darebbe grande vigore alle forze che affermano un preteso diritto alla morte e per questo invita “tutte le forze che riconoscono il valore indistruttibile della dignità umana come inerente al semplice fatto del vivere dal concepimento alla morte naturale a svolgere un’azione unitaria e coordinata per ottener l’obiettivo sopraindicato”.