La mancanza di libertà di educazione: una ferita grave per la società

Il cardinale Scola è intervenuto sabato scorso alla marcia “Andemm al Domm”

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MILANO, lunedì, 16 aprile 2012 (ZENIT.org) – “La mancanza di libertà di educazione è una ferita gravissima per la società civile. Dobbiamo dirlo a grandissima voce”. L’Arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, ha incontrato sabato mattina, 14 aprile, in piazza del Duomo, i ragazzi dell’Andemm al Domm, la marcia delle scuole cattoliche della Diocesi di Milano, giunta quest’anno alla sua trentesima edizione.

Erano ventimila i partecipanti che, sfidando il maltempo, sono partiti nella mattinata da piazza Duca d’Aosta per raggiungere piazza Duomo, dove si sono riuniti attorno al cardinale Scola. 

Al centro momento di festa condotto da Lorena Bianchetti le riflessioni dell’Arcivescovo di Milano che dal sagrato di piazza Duomo ha risposto alle domande di alcuni alunni.

“Ricorda il suo primo giorno di scuola?” gli ha chiesto Giovanni, prima elementare. “Si, me lo ricordo bene, era nel 1946” – ha risposto l’Arcivescovo – “E come è capitato a tutti voi è stato un cambiamento molto forte nella mia vita”.

Mentre a Riccardo, quinta elementare che gli ha domandato se ricordava il nome di qualche maestra, ha replicato: “Volevo bene alla mia maestra, soprattutto a quella di prima e di seconda elementare. Si chiamava Gasparini, era molto brava, era anche molto severa e siccome io ero qualche volta un po’ fuori dalla righe, mi metteva in castigo dietro la lavagna. Riconosco che ho imparato tantissimo dai miei maestri. Quel che non si impara nei primi anni di scuola va perduto per tutta la vita e non lo si impara più. Le basi si mettono in quegli anni, per cui raccomando ai genitori e agli insegnati, ai ragazzi e alle ragazze di essere il più possibile seri a scuola”.

Gloria, 15 anni, ha posto all’Arcivescovo la sua riflessione a proposito dei pregiudizi sulla scuola cattolica. “Io sono convito – ha spiegato il cardinale Scola – che la scuola cattolica come parte della scuola libera è un elemento di grande civiltà per il nostro Paese. È possibile che ci sia educazione senza libertà? Niente nella vita dell’uomo vale se non c’è la libertà. Il grave limite della libertà di educazione del nostro Paese è sicuramente uno dei motivi per cui la transizione e il cambiamento fanno fatica ad affermarsi.

La mancanza di libertà di educazione è una ferita gravissima per la società civile e questo dobbiamo dirlo a grandissima voce. E dobbiamo ridircelo anche all’interno delle nostre comunità cristiane perché questo pregiudizio, purtroppo, circola anche al loro interno. Noi siamo per la scuola libera! L’educazione, soprattutto nella minore età, è diritto che tocca innanzitutto alla mamma e al papà che lo condivideranno sin dall’infanzia con i loro figli. Un paese che non garantisce i diritti primari, come quello di una libertà integrale, compresa l’educazione, è un paese che ha in sé un “di meno”.

Essere per la scuola libera significa che ogni soggetto sociale in grado di garantire la capacità di fare scuola, capacità rigorosamente certificata dagli organismi competenti, deve avere la possibilità di farla.  Non stiamo chiedendo favori a nessuno. E le nostre scuole sono così libere che sono aperte a tutti. Hanno il loro volto, esprimono la loro identità, ma alla nostra scuola possono partecipare ragazzi di altre religioni e ragazzi che dicono di non credere. Io sono convinto che questa della libertà di educazione sia uno dei diritti che inesorabilmente un Paese che vuol diventare moderno e guardare al futuro dovrà riconoscere. E questo non è in alternativa in alcun modo alla scuola di Stato”.

A Leonardo, 12 anni, il cardinale Scola ha confidato che “la materia che mi piaceva di più era italiano” mentre ad Alessia, 17 anni, che gli ha consegnato i suoi sogni e dubbi circa il futuro da insegnante il porporato ha spiegato che “l’educazione è la chiave del progresso, quindi la professione dell’insegnante è tra le più importanti e delicate della società. È per la mancanza di una libertà piena di educazione che la figura dell’insegnante è sacrificata nel nostro Paese”.

La trentesima edizione dell’Andemm al Domm è stata caratterizzata anche dal VII Incontro Mondiale delle Famiglie in programma a Milano dal 30 maggio al 3 giugno. Il tema della marcia “La scuola cattolica guarda al futuro: la famiglia, il lavoro, la festa” riprende, infatti, proprio quello dell’Incontro Mondiale: “La famiglia: il lavoro e la festa”. Per sottolineare questo legame sul pettorale di tutti i partecipanti – indossato anche dall’Arcivescovo – era presente il logo dell’appuntamento con il Papa.

Tra gli intervenuti in Piazza Duomo, don Luca Violoni, Segretario della Fondazione Milano Famiglie 2012, ha invitato i ragazzi e le famiglie a tornare in piazza Duomo il primo giugno alle ore 17.30 per accogliere l’arrivo in città di Benedetto XVI e a partecipare alla Messa con il Pontefice a Bresso nella mattinata del 3 giugno. La manifestazione si è conclusa con un momento musicale che ha visto protagonisti Kekko dei Modà e Luca Jurman.

In allegato un file con tutti i dati relativi ai numeri delle scuole cattoliche e di ispirazione cristiana della Diocesi di Milano, il dossier dell AGeSc sulle scuole paritarie e alcune foto.

Le scuole cattoliche consentono un grande risparmio allo Stato, circa 6000 euro per ogni alunno: in allegato il dossier con i dati.

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ZENIT Staff

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