Belgio: le Commissioni del Senato approvano la legalizzazione dell'eutanasia ai minori

Delusione e tristezza da parte dei responsabili religiosi. Il cardinale Elio Sgreccia: “Questa legge offende gravemente la coscienza cristiana dei cittadini Belgi e gli stessi diritti umani”

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I responsabili religiosi del Belgio accolgono con delusione e tristezza il voto in Commissione Giustizia e Affari sociali del Senato che estende la legalizzazione dell’eutanasia ai minori e ai malati mentali, oltre che, come già accade dal 2002, per gli adulti legalmente capaci. In una dichiarazione comune, diffusa dall’agenzia Sir, i leader belgi affermano: “Condividiamo l’angoscia di quei genitori che hanno un bambino che sta andando verso una fine prematura della vita, soprattutto quando soffre. Tuttavia – si legge nel comunicato – riteniamo che le cure palliative e la sedazione siano un modo degno di accompagnare un bambino che muore di malattia. Medici, oncologi e rianimatori ce lo hanno affermato chiaramente. Ascoltiamoli”.

A firmare la dichiarazione congiunta sono il Gran Rabbino di Bruxelles, Albert Guigui, Robert Innes, della Chiesa anglicana, mons. André-Joseph Léonard, presidente della Conferenza episcopale del Belgio, Geert Lorein, del Sinodo federale delle Chiese protestanti ed evangeliche, il metropolita Panteleimon Kontogiannis, per la Chiesa ortodossa, e Semsettin Ugurlu, presidente dell’Esecutivo dei musulmani in Belgio. 

I responsabili religiosi ribadiscono quindi il rifiuto dell’“accanimento terapeutico” ed esortano all’utilizzo delle cure palliative perché – scrivono nella nota – “crediamo che non abbiamo il diritto di lasciare un bambino soffrire: anche perché la sofferenza può e deve essere sollevata. E la medicina ne ha i mezzi”.

“Non banalizziamo l’atto di dare la morte dal momento che siamo fatti per la vita” affermano ancora i leader religiosi del Belgio. “Amare fino alla fine chiede un immenso coraggio. Mettere fine alla vita è un atto che non solamente uccide ma distrugge un poco per volta i legami che esistono nella nostra società, nelle nostre famiglie, in preda a un individualismo crescente. Circondiamo di amore i pazienti, le loro famiglie e gli operatori sanitari e se la malattia li porta via, li accompagneremo con affetto intenso e rispetto per la vita”.

Contro la legge del Senato è intervenuto anche il cardinale Elio Sgreccia, presidente della Fondazione Ut Vitam habeant e presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita, che ha dichiarato: “Questa legge offende gravemente non solo la coscienza cristiana di molti cittadini Belgi (fiamminghi e valloni) ma gli stessi diritti umani”. Quindi: “il diritto alla vita, il diritto a essere curati, soprattutto se minori e malati, il diritto, per i minori, a essere difesi nei momenti di fragilità, il diritto per i malati mentali a essere assistiti. Diritti – sottolinea il porporato – presenti in tutti i Codici etici, resi obbligatori dopo la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948”. 

Inoltre chiosa Sgreccia, in un comunicato della Fondazione: “L’abbandono dei bambini, dei malati mentali, degli anziani alla morte programmata e legalizzata è un salto nel degrado di civiltà. È un atto di gravità immane, così come lo è la violenza in guerra o contro le donne, perché dice di una società che ha perso la sua umanità, che è incapace di compassione nei confronti dei più fragili e dei sofferenti, di coloro che – come ci ha ricordato Papa Francesco recentemente – sono ‘un patrimonio per ogni comunità cristiana’, ‘un tesoro prezioso per la Chiesa!’”. “Di fronte all’inefficacia dei dibattiti”, il cardinale propone una iniziativa di preghiera a “tutti i cristiani e le persone di buona volontà”, come “invocazione e difesa della vita umana contro una legge ingiusta”. (S.C.)

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ZENIT Staff

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