“Non è importante sapere quanti si salvano ma è importante piuttosto sapere qual è il cammino per la salvezza”. Lo ha detto papa Francesco, durante l’Angelus, commentando il Vangelo odierno (cfr Lc 13,22-30).
Affacciandosi alla finestra del suo studio al Palazzo Apostolico Vaticano, il Santo Padre ha spiegato il significato di “porta stretta” (cfr v. 24). Si tratta di una immagine che “ritorna varie volte nel Vangelo” e che “richiama quella della casa, del focolare domestico, dove troviamo sicurezza, amore, calore”.
La porta di cui Gesù parla è, in definitiva, lui stesso. La porta di Gesù “non è mai chiusa, è aperta sempre e a tutti, senza distinzione, senza esclusioni, senza privilegi. Tutti sono invitati a varcare questa porta – ha proseguito il Papa – a varcare la porta della fede, ad entrare nella sua vita, e a farlo entrare nella nostra vita, perché Lui la trasformi, la rinnovi, le doni gioia piena e duratura”.
Al tempo stesso, tuttavia, al giorno d’oggi “passiamo davanti a tante porte che invitano ad entrare promettendo una felicità che dura un istante, che si esaurisce in se stessa e non ha futuro”. Ciò ci mette dinnanzi a una scelta: “Noi per quale porta vogliamo entrare? E chi vogliamo far entrare per la porta della nostra vita?”.
Allora il Pontefice ha affermato: “non abbiamo paura di varcare la porta della fede in Gesù, di lasciarlo entrare sempre di più nella nostra vita, di uscire dai nostri egoismi, dalle nostre chiusure, dalle nostre indifferenze verso gli altri”.
La porta di Gesù è stretta, “non perché sia una sala di tortura, ma perché ci chiede di aprire il nostro cuore a Lui, di riconoscerci peccatori, bisognosi della sua salvezza, del suo perdono, del suo amore, di avere l’umiltà di accogliere la sua misericordia e farci rinnovare da Lui”, ha spiegato.
Essere cristiani, non è “avere un’«etichetta», ma è vivere e testimoniare la fede nella preghiera, nelle opere di carità, nel promuovere la giustizia, nel compiere il bene”, ha aggiunto Francesco, ricordando che “per la porta stretta che è Cristo deve passare tutta la nostra vita”.
Prima della recita dell’Angelus, il Santo Padre ha rivolto alla Vergine Maria “Porta del Cielo”, la preghiera di aiutarci a “varcare la porta della fede, a lasciare che il suo Figlio trasformi la nostra esistenza come ha trasformato la sua per portare a tutti la gioia del Vangelo”.