“Direi che è un fatto storico”. Con queste parole il cardinale Paul Poupard, presidente emerito del Pontificio Consiglio della Cultura e del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, commenta la visita del presidente russo Vladimir Putin in Vaticano e l’incontro con papa Francesco.
“Ho saputo – spiega il cardinale francese all’agenzia La Voce della Russia – che venendo in Italia Putin ha espresso, in modo molto significativo, il desiderio di incontrare Papa Francesco. Come mi ha confermato l’ambasciatore russo presso la Santa Sede, Putin vuole dare al Papa la priorità assoluta, andando direttamente da lui a Roma”.
Poupard riavvolge i fili della sua lunga esperienza nell’impegno per il dialogo interreligioso, raccontando: “Lavorando a Roma dal 1959, ho potuto osservare le nostre Chiese, dove ognuno ha un suo modo di vivere la stessa fede. Ricordo la mia emozione la prima volta che sono andato a Mosca ed ho potuto partecipare alla liturgia ascoltando ‘Gospodi, Gospodi’. Quelle preghiere erano molto significative, specialmente se inquadrate in quegli anni terribili. Era circa il ‘75 e tutti, in Russia, professavano la fede nel Signore. Dopo sulla “Freccia Rossa” sono andato a Leningrado… e chi avrebbe mai potuto dire che un quarto di secolo dopo sarei potuto andare a S. Pietroburgo!”.
“Il cambiamento in Russia è avvenuto senza una guerra, ma indirizzato dalla mano di Dio – prosegue il cardinale – che io già allora vedevo. Su un aereo da Leningrado ad Odessa scorgendo il paesaggio fatto solo di campagne una signora mi diceva che non era possibile che della gente così credente fosse così umiliata. Ed infatti qui torniamo alle vie del Signore! Crollato quell’impero persecutore ateista è tornata l’ora di Cristo”.
Il cardinale ribadisce inoltre l’importanza che i popoli europei – per dirla con Giovanni Paolo II – respirino con due polmoni, quello dei cristiani d’Occidente e quello dei cristiani d’Oriente: “Durante un convegno, che mi fece fare Papa Giovanni Paolo II dopo il crollo del muro di Berlino, abbiamo approfondito il legame di fede tra i popoli europei che unisce l’Italia e la Russia”.
“Dopo alcuni anni ho avuto il privilegio di ritornare a Mosca – continua Poupard – dove ho avuto il privilegio di essere ricevuto in udienza, il primo novembre, da sua santità il Patriarca Kirill. Come ha riconfermato il Patriarca, è molto importante mettere insieme le nostre esperienze per lavorare insieme e durante l’udienza privata ha espresso il suo rispetto e la sua ammirazione per papa Francesco”.
Il cardinale Poupard ha infine ricordato quanto determinante sia stato l’intervento del Santo Padre, lo scorso settembre, al fine di evitare un intervento militare occidentale in Siria: “Eravamo ormai sicuri che fosse una crisi insuperabile quando il vescovo di Roma ha chiamato tutto il popolo a pregare insieme affinché cessassero questi atti”. “Nello stesso momento però – aggiunge Poupard – la buona provvidenza ha voluto che ci fosse la grande riunione di capi di stato in Russia e che il Papa, scrivesse al presidente Putin una lettera in cui si affidava a lui. Il Papa prevedeva che lui avrebbe accolto i capi di stato per fermare quei venti di guerra che soffiavano in modo incredibile ed il miracolo ha avuto luogo!”.
A proposito delle vedute affini tra Roma (e Santa Sede) e Mosca, è intervenuto ai microfoni de La Voce della Russia anche Alfonso Piscitelli, analista geopolitico, curatore del progetto EU-Rus, il quale ha spiegato: “Dal punto di vista dei valori, sicuramente la difesa della famiglia naturale, la difesa del valore della vita e la difesa delle comunità cristiane che per effetto delle ultime guerre combattute nel Vicino Oriente e nel Nordafrica sono oggi in gravi difficoltà. Questi valori ci accomunano e devono essere approfonditi”.