“In questo nostro Congresso mettiamo al centro Cristo e come Maestro intendiamo ascoltarne la voce, raccoglierne il messaggio, farlo entrare in noi e prepararci alla missione. Sì esattamente, come dice il tema di questo Congresso: farsi Discípulos misioneros de Jesuscristo, desde America, en un mundo secularizado y pluricultural.”
Con queste parole il cardinale Fernando Filoni, Prefetto della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, inviato speciale del Santo Padre Francesco, ha aperto a Maracaibo (Venezuela) il IV Congresso Missionario Americano (CAM 4) e IX Congresso Missionario Latino-americano (COMLA IX), ieri pomeriggio, 26 novembre. Agli oltre 3.000 partecipanti riuniti nel grande piazzale antistante la Basilica di Nostra Signora di Chiquinquirà per la solenne Celebrazione, il porporato – riferisce l’agenzia Fides – ha letto innanzitutto la Lettera con cui Papa Francesco lo ha designato a rappresentarlo.
Con questo messaggio, ha detto il cardinale, il Santo Padre “non solo si fa presente in mezzo a voi, ma mi chiede di assicurarvi del Suo affetto e saluta tutti cordialmente”. Il Papa, riferendosi al documento conciliare Ad Gentes, scrive “che la natura vera e profonda della Chiesa è quella missionaria. Motivo per cui essa intende dedicarsi anche oggi, con grande entusiasmo, affinché il Vangelo sia annunciato a tutte le genti, seguendo la stessa strada tracciata dal Signore”.
Nella sua omelia il Prefetto di Propaganda Fide si è poi soffermato sulla liturgia della Parola del giorno, che illustrava il disegno di Dio, concepito fin dall’eternità. “Gesù, l’atteso, appare come la luce delle genti, la luce di chi crede, la luce della fede” ha sottolineato, citando poi il brano evangelico della visita di Maria a Santa Elisabetta, dove si evidenzia “la centralità di Cristo nella storia della salvezza”, di conseguenza Cristo “diventi il centro della nostra predicazione, anzi della predicazione della Chiesa”.
“Abbiamo bisogno di riflettere, a oltre cinque secoli di evangelizzazione di questo Continente, come la nostra gente che pure ha ricevuto ed accolto la fede, vive e crede” ha proseguito Filoni. Ha poi invitato a “domandarci che cosa predomina nelle nostre Chiese, se una pastorale di conservazione o di annuncio; se una pastorale centrata solo sulle nostre realtà americane o latino-americane, oppure aperte al mondo; se la nostra pastorale, a volte vicina ai poveri a parole, in realtà non sia da essi distaccata, non ritenendo che essi possano darci nulla”.
“Dobbiamo chiederci se la nostra è una pastorale attenta a mettere Cristo al primo posto ed al centro, oppure, come dice Papa Francesco, autoreferenziale, politicante, ideologizzante, senza anima e formale”, ha soggiunto il Capo Dicastero. Che ha poi concluso la sua omelia esortando a mettersi “alla scuola di Gesù Maestro” per prepararsi alla missione e di “chiedere a Cristo di farsi nostro fratello, nostra luce, nostro bene”. (S.C.)