Grande accoglienza e entusiasmo per la Evangelii Gaudium, la prima Esortazione apostolica di Papa Francesco sull’annuncio del Vangelo nel mondo attuale. Il documento pontificio ha raccolto presto consensi positivi ed è divenuto oggetto di forte interesse, in ambito cattolico e non solo, in tutto il mondo.
E’ soprattutto la comunità ebraica americana ad aver espresso il suo plauso per l’Esortazione del Pontefice. Il rabbino David Rosen, direttore per gli affari interreligiosi del Comitato ebraico americano, ha dichiarato il suo apprezzamento per le parti dedicate al dialogo interreligioso, in particolare ai rapporti con l’ebraismo. “L’enfasi data all’importanza dei valori dell’ebraismo per i cristiani – ha detto Rosen – è particolarmente significativa per l’evoluzione dell’atteggiamento della Chiesa cattolica verso il popolo ebraico”. Secondo il rabbino, che ha già incontrato Francesco quattro volte dalla sua elezione a marzo, ha inoltre affermato che il richiamo all’importanza del dialogo interreligioso per la promozione della pace e per imparare ad accettare gli altri e le differenze, è un “efficace incoraggiamento a un maggiore rispetto ed armonia nel nostro mondo”.
Sempre negli Stati Uniti, ha dichiarato all’agenzia Cns mons. David L. Ricken, presidente della Commissione per la Catechesi e l’Evangelizzazione della Conferenza episcopale (Usccb), “i vescovi accolgono con gioia questa esortazione e sono felici di poterla condividere con i fedeli nelle proprie diocesi”. “Papa Francesco – ha aggiunto il presule – è un modello vivente di nuova evangelizzazione. Sta guidando questo mondo a una fede più profonda e sta mostrando come vivere il Vangelo e raggiungere il mondo con quello di cui ogni persona ha bisogno: un rapporto con Dio”. Anche Carl Anderson, Cavaliere Supremo dell’Ordine dei Cavalieri di Colombo, ha detto che la Evangelii Gaudium è “un importante e quanto mai opportuno contributo alla causa della nuova Evangelizzazione. Se sarà accolta dalla Chiesa in tutto il mondo, rilancerà la nuova Evangelizzazione della nostra cultura”.