La strana politica dell'algoritmo

Secondo il Forum delle Associazioni Familiari “il nuovo ISEE è risultato un sistema assolutamente non trasparente”

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Riportiamo di seguito la nota di Francesco Belletti, presidente del Forum delle Associazioni Familiari.

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Sui quotidiani di oggi anche in tema di legge elettorale si affaccia un fantomatico “algoritmo”, parola astrusa, che serve ad indicare un procedimento matematico per risolvere un determinato problema. In questo caso è il sistema di calcolo con cui distribuire i seggi dopo le elezioni politiche.

Quindi un nodo non da poco, cambiando il quale si possono favorire alcuni territori a scapito di altri, o i partiti grandi a scapito di quelli piccoli, e via di seguito. Eppure, noi cittadini qualunque, ci siamo sempre fidati che questi calcoli fossero davvero rispondenti a criteri oggettivi, di giustizia, finalizzati a far sì che l’esito finale corrispondesse alla volontà degli elettori.

Invece scopriamo che “molte delle 21 pagine in cui si articolano gli emendamenti sono dedicate al problema delicatissimo della legge elettorale” (Corsera, 12 febbraio). E noi che pensavamo che il vero nodo fosse la soglia per i partiti piccoli (4 o 5%?), oppure quella per il premio di maggioranza (35%, 37% o 40%?)! Almeno questi numeri li avevamo capiti…

Però non posso non ricordare altri “algoritmi”, altrettanto “discreti”, quindi ben poco discussi, che hanno avuto un effetto devastante sulla vita dei cittadini e delle famiglie. Il primo è collegato alla modalità con cui si è introdotta l’IMU: l’impatto dell’IMU è stato così devastante anche perché il valore catastale degli immobili veniva conteggiato moltiplicandolo prima per 1,05 (quindi +5%), e poi per un ulteriore +60%. Ma da dove è saltato fuori questo +60%?

Quale segreto algoritmo ha portato ad innalzare la stima del valore dell’immobile (e quindi la presunta ricchezza immobiliare di una famiglia) del 60%? Perché non 50%, o 70%? E perché non raddoppiare, già che c’eravamo? E pensare che questo numero è stato fissato da un governo che più tecnico non si poteva (quello di Mario Monti).

Un altro algoritmo decisivo per le famiglie è stata il complesso calcolo del nuovo ISEE, e in particolare la scala di equivalenza adottata per misurare il peso della dimensione familiare. In questo caso la discussione c’è stata, e anche molto serrata, soprattutto grazie all’impegno del Forum delle associazioni familiari.

Serrata ed inutile visto che il nuovo ISEE è risultato un sistema assolutamente non trasparente, astruso, incomprensibile per il cittadino normale; provate a spiegarlo ad una persona che non sia laureata in Matematica o in scienza delle finanze (e anche loro avrebbero bisogno di un computer). Ma questo purtroppo non è strano, nel nostro Paese, che sulla trasparenza del fisco per il cittadino è certamente agli ultimi posti nel mondo.

Ma l’algoritmo più controverso è stata la Scala di equivalenza dei carichi familiari, vale a dire, per semplificare, “quanto pesa un figlio” sul bilancio familiare. Alla fine, secondo la scala inserita nella legge, la scala considera il coefficiente di un figlio pari a 0,35, la valutazione più avara che si potesse scegliere, addirittura più bassa di quella che usa l’Istat per le proprie indagini (ma il Ministro in carica, che ha ereditato la Scala non è stato anche Presidente dell’Istat?).

Il Forum proponeva un valore pari a 0,80 (in Francia, per dire, il quoziente familiare usa un coefficiente 1,00). Forse lo 0,35 adottato dalla nuova legge è stato documentato da studi, misurazioni, conti economici? Forse sì, però il governo non ha presentato alcuna simulazione o alcuna analisi specifica, nemmeno alle commissioni parlamentari, basandosi invece sulla “letteratura scientifica”.

Insomma, anche sull’ISEE, così come per la legge elettorale, degli algoritmi ci si deve fidare. Però, visto che ci si chiede un atto di fede, ricordiamoci anche che “il diavolo si nasconde nei dettagli”. E anche nei numeri. A proposito di numeri: ieri l’Istat ha segnalato che il 25% delle famiglie è in difficoltà economica; forse non è un algoritmo, e quindi non piace alla nostra politica. Però è un numero chiaro: e chi si sta occupando di queste famiglie?

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Francesco Belletti

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