I cacciatori di scimmie usano un metodo infallibile per catturarle. Individuano la zona della foresta. Nel terreno affondano dei vasi con il collo lungo e stretto. Con molta attenzione coprono di terra i vasi, lasciandone libera solo l’apertura a pelo d’erba. Poi mettono nel vaso una manciata di riso e bacche, di cui le scimmie sono molto ghiotte.
Nascosti guardano la scena: le scimmie curiose per natura, esaminano i recipienti e, quando s’accorgono delle ghiottonerie che contengono, infilano dentro le mani e abbrancano una grossa manciata di cibo, la più grossa possibile.
Ma il collo dei vasi è molto stretto. Una mano vuota vi scivola dentro facilmente; ma quando è piena non può assolutamente venire fuori.
Le scimmie tirano, tirano. Ed è proprio il momento dei cacciatori. Si precipitano su di esse e le catturano facilmente. Queste si dibattono violentemente, ma non le sfiora neppure per un attimo il pensiero di aprire la mano e abbandonare ciò che stringono in pugno.
Se lo facessero sarebbe la loro libertà. Non sanno che perdendo il malloppo guadagnano la …vita. Non sanno che è “donando che si riceve”.
Sei schiavo di te ogni volta che tieni per te la tua vita; entri in libertà tutte le volte che doni te stesso aprendo la mano al fratello.
Me lo ricorda Gesù: “Chi offre la sua vita per me, la trova.”
Ciao da p. Andrea
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