Andare controcorrente obbedendo a Dio e al Papa

Il Cardinale Bagnasco scuote il laicato cattolico

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di Antonio Gaspari

ROMA, lunedì, 17 maggio 2010 (ZENIT.org).- Andare controcorrente, senza timore dell’anticonformismo, coerenti con la fede in Gesù, obbedienti a Dio che riempie la vita. Con queste parole, domenica 16 maggio, il Cardinale Angelo Bagnasco ha terminato l’omelia tenuta nella Basilica di San Paolo Fuori le mura, nel corso di una celebrazione per il laicato convenuto al “Regina Coeli” con il Pontefice Benedetto XVI.

“Al centro di questa festa dell’Ascensione, e di questa intensa giornata, noi troviamo Cristo”, ha sottolineato il Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI).

“È grazie a Lui – ha aggiunto -, grazie al mistero del suo ascendere presso il Padre, che noi riusciamo a comprendere il senso, il significato della presenza di Pietro nella Chiesa e nel mondo di oggi”.

“Con l’Ascensione al Cielo, – ha spiegato l’Arcivescovo di Genova – Cristo non ha preso le distanze. Anzi, grazie al suo essere con il Padre, Egli è prossimo a ciascuno di noi. E ognuno di noi può rivolgersi a Lui, chiamarLo per nome, essere a portata della sua voce, trovarsi – se vuole – vicino al suo cuore. E se non vuole, può allontanarsi interiormente da Lui, può voltarGli le spalle, senza però che il Signore lo abbandoni, perché Egli ci aspetta sempre, non vede l’ora che noi siamo con Lui. Che noi siamo il suo Cielo, il suo Paradiso!”.

Facendo riferimento alla storia della Chiesa il porporato ha ricordato che “il Cristo Risorto ha bisogno di testimoni che lo abbiano incontrato, che siano stati con Lui, L’abbiano toccato con mano, e possano raccontarLo. Così, attraverso questa dinamica, la Chiesa è cresciuta da Gerusalemme fino agli estremi confini della terra – a cominciare da Pietro e Paolo, dal luogo del loro martirio – fino a tutti coloro che, ricolmi dello Spirito, lungo i secoli hanno acceso e accederanno la fiamma della fede”.

Passando ai nostri giorni il Presidente della CEI ha affermato: “Noi possiamo dire di aver incontrato lungo la nostra strada, lungo la strada della nostra vita, Chi ha avuto l’esistenza accesa da Gesù Cristo”.

Parlando del Concilio Vaticano II e dei Pontefici Giovanni XIII, Paolo VI, Giovanni Paolo I e II, Papa Benedetto XVI, l’Arcivescovo di Genova ha quindi aggiunto: “noi siamo testimoni della loro fede, e più volte abbiamo avuto la percezione che fosse questa loro fede a portare avanti la Chiesa”.

Il Cardinale Bagnasco ha poi sottolineato che “la fede di Pietro, di ‘questo’ Pietro ci edifica. Siamo come attoniti dinanzi alla sua umiltà, alla sua dolcezza, alla sua pazienza. L’abbiamo visto caricarsi sulle spalle la Croce di tutti noi, e si è messo avanti a noi a portarla, un po’ anche per noi renitenti, per noi distratti, per noi confusi”.

Perchè, come ha detto ai Vescovi portoghesi: “il Papa ha bisogno di aprirsi al mistero della Croce, abbracciandola quale unica speranza e ultima via per guadagnare e radunare nel Crocifisso tutti i suoi fratelli e sorelle in umanità”.

Parafrasando il Pontefice Benedetto XVI, il Presidente della Cei ha ribadito “il Papa vive non per sé, non per la sua gloria mondana, non per gli onori del suo ruolo, non per racimolare il consenso facile, egli vive per rivelare al mondo la presenza di Dio. Che Dio c’è, e che questa è la certezza che medica e guarisce”.

“Per questo motivo – ha sottolineato – ogni cristiano, a suo modo, può e deve essere testimone del Signore Risorto” e rivolto ai fedeli ha affermato “bisogna che diventiate con me testimoni della risurrezione di Gesù”.

Rivolgendosi ai presenti, il Cardinale Bagnasco ha chiesto ad alta voce “volete voi, laici cattolici, reagire all’insidia del torpore, alzarvi in piedi, e unirvi al Pastore della Chiesa, per testimoniare davanti al mondo contemporaneo che Cristo è il Signore?”.

“Testimoniare con il Papa che Cristo è Risorto e per questo è il Signore, non è una cosa facile, nessuno si illuda”, ha constatato. “Ma proprio per questo, amici, proprio perché non è facile, oso sperare che deciderete di starci e di giocarvi senza riserve. Di non lasciar solo Pietro”.

In questo contesto l’Arcivescovo di Genova ha lanciato un appello ai movimenti affinché siano autentici testimoni di Gesù Cristo, soprattutto in quegli ambienti umani dove il silenzio della fede è più ampio e profondo: i politici, gli intellettuali, i professionisti della comunicazione che professano e promuovono una proposta monoculturale, con disdegno per la dimensione religiosa e contemplativa della vita.

Il Cardinale Bagnasco ha indicato le associazioni e i movimenti presenti come “una scuola provvidenziale” che in un momento di fatica della Chiesa rappresentano “una nuova primavera generata dalla Spirito”.

L’Arcivescovo di Genova ha chiesto fede, tradizione e docilità alla guida dei Pastori, per “uscire dal chiuso dei vostri ambienti e andare nel mondo” per essere nella società quali “testimoni radiosi della Risurrezione”.

“Sempre alla scuola del Santo Padre – ha sottolineato il porporato – dobbiamo imparare ad andare, quando serve, controcorrente, ad essere portatori di un’idea diversa, di un punto di vista alternativo”.

Ed ha concluso: “non possiamo aver timore dell’anticonformismo, quando questo è esigito dalla coerenza con la nostra fede. Non è per il gusto di opporci a qualcuno, ma per amare tutti, innanzitutto per obbedire a Dio. Solo Lui può riempire il cuore e la vita. Solo Lui ci basta”.

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ZENIT Staff

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