WASHINGTON, D.C., lunedì, 27 agosto 2007 (ZENIT.org).- I Vescovi degli Stati Uniti hanno condannato la recente decisione di Amnesty International di sostenere l’aborto e hanno affermato che lavoreranno solo con organizzazioni che promuovono il diritto alla vita dal concepimento alla morte naturale.
I presuli hanno anche esortato l’organizzazione a rivedere la sua politica, che, hanno detto, “mina la credibilità morale di Amnesty e svia inutilmente la sua missione”.
La posizione episcopale è stata sottolineata in una dichiarazione inviata giovedì dal Vescovo William Skylstad di Spokane, presidente della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti.
“Promuovendo l’aborto”, ha detto il Vescovo Skylstad, “Amnesty divide i suoi membri – molti dei quali sono cattolici e altri che difendono i diritti dei bambini non nati – e compromette il suo sostegno da parte della gente in molte Nazioni, culture e religioni che condividono un forte impegno a favore di tutti i diritti umani”.
Il Vescovo ha ribadito che il “lavoro essenziale di proteggere la vita umana e promuovere la dignità umana deve proseguire”: “cercheremo di farlo in modi autentici, lavorando a più stretto contatto con organizzazioni che non si oppongono al diritto fondamentale alla vita dal concepimento alla morte naturale”.
“Il vero impegno per i diritti delle donne”, ha continuato, “ci rende solidali con le donne e i loro bambini non nati. Non mette gli uni contro gli altri, ma ci esorta a sostenere entrambi”.
“Chiediamo ancora una volta ad Amnesty International di agire in base ai suoi più nobili principi, di riconsiderare il suo errore e di invertire la sua politica sull’aborto”, ha concluso il Vescovo Skylstad.