Il desiderio dei rifugiati iracheni di esser visitati dal Papa

Il card. Filoni, inviato in Iraq per esprimere vicinanza ai rifugiati, sta visitando le diocesi del Kurdistan, dove sta ricevendo copiose testimonianze d’affetto

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Una lunga visita a tutte le diocesi del Kurdistan iracheno sta caratterizzando in queste ore la presenza del card. Fernando Filoni, prefetto della Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli, nel Paese mediorientale. Il porporato, inviato da papa Francesco per esprimere vicinanza ai rifugiati, ieri sera ha celebrato la Messa in Coena Domini nella cattedrale di Duhoc, colma di fedeli.

“E’ stato un momento molto bello – spiega il cardinale alla Radio Vaticana – perché abbiamo potuto così condividere con i rifugiati un momento di preghiera, e a dodici di loro io ho lavato i piedi. Ho illustrato proprio questo segno e i momenti dell’istituzione dell’eucaristia, del sacerdozio e del servizio alla Chiesa, e questo è stato molto bello. La gente era molto contenta e ha dato l’impressione anche di una partecipazione ad un antico rito caldeo, in aramaico, in cui sembrava quasi di sentire le stesse parole di Cristo, pronunciando le loro parole”.

Il card. Filoni racconta inoltre che la popolazione è entusiasta della sua visita, e chiede spesso quando verrà personalmente papa Francesco. “Io ho assicurato che è nel cuore e nella mente del Papa – la risposta del prefetto -. Quindi, questa vicinanza del Papa alle loro sofferenze, alla storia di questo momento del Paese – dell’Iraq, del Kurdistan – con la guerra, con le famiglie dei rifugiati, con i problemi che naturalmente in tutti i luoghi ci sono, e qui in modo particolare”.

Nella stessa intervista, il porporato spiega che celebrerà la notte di Pasqua nel campo dei rifugiati della diocesi di Erbil. “La mattina di domenica, a mezzogiorno, celebrerò la Messa con le famiglie. La sera, rientrando, passerò per altri luoghi dove ci sono alcune famiglie di rifugiati”, afferma. “E’ una Pasqua, dunque, passata con loro, credo molto bella, unica e pienissima di esperienze – prosegue -. Devo dire, infatti, che da parte di questa gente ricevo una straordinaria testimonianza di fede ed anche di carità”. “Una Pasqua unica – conclude -, particolare, molto bella”.

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ZENIT Staff

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