“Possono distruggere le nostre strutture, ma non la nostra fede. La nostra fede è energica e viva… Nella persecuzione siamo purificati”. È un forte incoraggiamento quello che mons. Oliver Dashe Doeme, vescovo di Maiduguri (nel nord-est della Nigeria), ha dato agli sfollati che ha visitato ieri al loro ritorno nei villaggi appena liberati dalla presenza di Boko Haram dalle truppe di Nigeria, Niger, Camerun e Ciad.
Secondo quanto riferito a Fides da padre Gideon Obasogie, direttore delle Comunicazioni Sociali della diocesi di Maiduguri, la delegazione guidata dal vescovo ha visitato diverse comunità negli Stati di Adamawa e Borno. La diocesi di Maiduguri infatti comprende gli Stati di Borno (del quale Maiduguri è la capitale), Yobe e alcune aree di quello di Adamawa.
Gli sfollati e rifugiati tornati dal Camerun devono affrontare enormi difficoltà, spiega l’agenzia. Diverse famiglie sono ancora separate e molto persone sono date per disperse; gli anziani che non sono potuti fuggire hanno preferito farsi uccidere pur di non abiurare la fede cristiana. Case, chiese e altre strutture ecclesiali sono state del tutto distrutte.
Ma il vescovo e i sacerdoti che lo accompagnavano durante la Messa di riconciliazione hanno invitato i fedeli a non cedere alla tentazione della vendetta e a rimanere saldi nella fede, ricordando che il Rosario è l’arma più potente per un cristiano.