È stato nel segno di Carlo IV che l’Ambasciata della Repubblica Ceca presso Santa Sede ha convocato una veglia di preghiera per l’Europa. L’iniziativa ha avuto luogo ieri pomeriggio, nella Chiesa di Santa Maria della Pietà in Campo Santo Teutonico, in occasione del 660° anniversario dell’incoronazione dell’Imperatore del Sacro Romano Impero, emblema di un’epoca in cui affondano le radici cristiane dell’Europa.
Carlo IV, infatti, del quale sono state esposte tre corone al termine della cerimonia, fu infatti uomo assai pio e devoto a San Venceslao, patrono della Repubblica Ceca. Fu quindi un sovrano che seppe garantire l’unione spirituale del continente.
“Carlo IV ha costruito il suo impero sui valori spirituali cristiani. Poi, lui ha collaborato strettamente con la Chiesa in questa sua visione”, ha affermato il cardinale Miloslav Vlk, arcivescovo emerito di Praga. E l’Europa, ha aggiunto il porporato ceco, può essere unita solo su “valori fermi” e su “valori spirituali”.
Da parte sua, il cardinale Angelo Sodano, decano del Collegio Cardinalizio, ha affermato che il “progresso” è “un gran dono di Dio” e una “conquista dell’uomo”, tuttavia, “l’Europa dello spirito deve prevalere sull’Europa della tecnica”.
Sulle radici cristiane si è soffermato anche il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, che ha ricordato quanto disse Goethe: “la lingua materna dell’Europa è il cristianesimo”.
Anche in mezzo a “culture differenti”, vi è quindi una “lingua di base”, con i suoi “simboli, matrici, caratteristiche che sono cristiane” e che costituiscono “un patrimonio glorioso, non soltanto religioso ma anche profondamente culturale in senso lato”, ha aggiunto il porporato.