Il corpo senza vita di una bambina di 4 anni, scoperto sulla spiaggia di Deer Island nella baia di Boston, non riesce ancora a trovare un nome. Sembra impossibile, ma nessuno si fa avanti per riconoscerla e aiutare a capire come si sia potuta consumare questa tragedia.
Purtroppo però non si tratta di un caso isolato e lontano da noi. La bimba di Boston è infatti il simbolo di tutti i bambini scomparsi nel mondo senza un’identità.
Se a livello globale le scomparse di minori sono addirittura 8 milioni all’anno e 270.000 nella sola Europa (in media una ogni due minuti), i dati sui minori stranieri non accompagnati sono sempre più preoccupanti, a partire da quelli relativi al nostro Paese.
Stiamo parlando di minorenni privi di cittadinanza, assistenza, rappresentanza legale da parte di genitori e adulti legalmente responsabili. Non solo, a questi bambini spesso manca un nome. E quando risultano irreperibili sono facile preda di organizzazioni criminali dedite alla tratta, al traffico e allo sfruttamento lavorativo e sessuale dei più piccoli (in Usa questo avviene già in caso su sei).
I minori stranieri non accompagnati in Italia, solo nei primi tre mesi di quest’anno, sono risultati 12.629 (maschi al 94,8%, tra i 15 e i 17 anni nel 92,3% dei casi), di cui 3.553 già irreperibili.
Davanti a questa piaga esiste una risposta efficace: si tratta del 116.000, il Numero unico europeo per i bambini scomparsi, gestito in Italia da Telefono Azzurro nonostante i tagli della Commissione Europea, a cui l’Associazione deve far fronte contando solo sulle proprie forze.
Chiunque può segnalare o dare informazioni relative alla scomparsa di un bambino a un team di operatori qualificato e in rete con i partner europei, 24 ore su 24.
Nel 2014 il Numero unico europeo ha seguito 6.119 casi, anche se solo il 13% dei cittadini dell’Unione conosce questo servizio.