Una “nobile nazione” dal “carattere accogliente”. Con queste parole papa Francesco ha descritto il popolo ecuadoriano, al momento della cerimonia di benvenuto all’aeroporto internazionale “Mariscal Sucre” di Quito.
Al debutto del suo nuovo viaggio internazionale, il Pontefice ha salutato e ringraziato il presidente della Repubblica, Rafael Correa, giunto ad accoglierlo assieme ad altre autorità dello stato ecuadoriano, al Presidium dei vescovi del paese sudamericano e a un gruppo di fedeli.
Come da lui stesso raccontato, Bergoglio ha più volte visitato l’Ecuador “per motivi pastorali” ed oggi vi si è recato “come testimone della misericordia di Dio e della fede in Gesù Cristo”.
L’Ecuador, ha ricordato il Santo Padre, ha dato i natali a svariati uomini e donne di fede, “tra i quali risaltano figure luminose come santa Marianna di Gesù, il santo fratello Michele Febres, santa Narcisa di Gesù o la beata Mercedes di Gesù Molina, beatificata a Guayaquil trent’anni fa durante la visita del Papa san Giovanni Paolo II”.
Tutti personaggi che, vivendo la fede cristiana “con intensità ed entusiasmo, e praticando la misericordia hanno contribuito, in diversi ambiti, a migliorare la società ecuadoriana del loro tempo”, ha aggiunto il Papa.
Nel Vangelo, ha proseguito Francesco, è possibile trovare “le chiavi che ci permettono di affrontare le sfide attuali” e permettere “passi avanti in progresso e sviluppo” e “un futuro migliore per tutti, riservando una speciale attenzione ai nostri fratelli più fragili e alle minoranze più vulnerabili”.
Al presidente Correa, il Santo Padre ha assicurato di poter “contare sempre sull’impegno e la collaborazione della Chiesa”, per realizzare tali obiettivi.
Il Pontefice ha poi fatto una osservazione ‘astronomica’: “In Ecuador si trova il punto più vicino allo spazio esterno: è il Chimborazo, chiamato per questo il luogo “più vicino al sole”, alla luna e alle stelle. Noi cristiani paragoniamo Gesù Cristo con il sole, e la luna con la Chiesa, la comunità; nessuno, eccetto Gesù, brilla di luce propria”.
Ha quindi espresso l’auspicio che in questi giorni di visita pastorale si renda più evidente a tutti noi la vicinanza del “sole che sorge dall’alto” (cfr Lc 1,78), e che siamo riflesso della sua luce, del suo amore”.
Il desiderio manifestato da papa Francesco è stato quello di “abbracciare l’intero Ecuador, dalla cima del Chimborazo, fino alla costa del Pacifico; dalla selva amazzonica fino alle isole Galapagos”.
Agli ecuadoriani ha infine raccomandato di non perdere mai “la capacità di rendere grazie a Dio” e di difendere il piccolo e il semplice, di aver cura dei vostri bambini e anziani, di avere fiducia nella gioventù, e di provare meraviglia per la nobiltà della vostra gente e la bellezza singolare del vostro Paese”.