L'urna della Beata Antonia rientra "nel suo Monastero e nella sua terra"

Previste una serie di iniziative, a L’Aquila, in occasione del rientro dell’urna nel complesso conventuale delle Clarisse a sei anni dal terremoto

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A sei anni dalla notte del 6 aprile 2009, quando il terremoto colpì e distrusse L’Aquila e i suoi dintorni, un pezzo di memoria civile e culturale è pronto a ricomporsi. Fervono i preparativi in città per il rientro dell’urna con il corpo incorrotto della Beata Antonia da Firenze, che era custodita nella Chiesa del Carmine del complesso conventuale delle Clarisse, a Paganica, frazione a 9 chilometri dal capoluogo abruzzese.

Il sisma arrecò gravi danni al Monastero, l’abadessa madre Maria Gemma Antonucci perì sotto le macerie ed altre due Sorelle rimasero ferite. Le altre riuscirono a portare in salvo l’urna della Beata Antonia, fondatrice del monastero nel 1447. Dopo di che, grazie all’aiuto di Vigili del Fuoco e soccorritori, lasciarono il Monastero di Paganica e partirono per Pollenza, vicino Macerata, per essere temporaneamente ospitate nel Monastero delle Clarisse.

Fatto ritorno a Paganica, dove grazie a una raccolta fondi promossa da Tele Pace è stato costruito un piccolo monastero in legno nella chiusa murata del convento, le Sorelle si sono reintrodotte nel tessuto sociale e spirituale originario. In spazi ristretti ma accoglienti vivono in preghiera e nel lavoro, “scrivono” pregevoli icone e producono raffinate bomboniere. In un’intervista a ZENIT del 6 aprile 2014, l’attuale abadessa madre Rosa Maria raccontò: “Ogni giorno facciamo l’esperienza della provvidenza di Dio che ci nutre come gli uccelli del cielo e ci veste come i gigli del campo, restituendoci sempre la fiducia che abbiamo riposto in Lui”.

Un momento cruciale di questo rapporto di fiducia con Dio si consumerà il 16 luglio, quando l’urna della Beata Antonia tornerà “nel suo Monastero e nella sua terra”, come recita una locandina diffusa nelle scorse settimane. Verrà collocata, in attesa di poter rientrare nella Chiesa del Carmine, presso la chiesetta di San Bartolomeo, annessa al Monastero e riaperta al pubblico per l’occasione, giacché oggetto di un restauro quasi ultimato da parte della Soprintendenza dei Beni Culturali dell’Aquila.

I fedeli aquilani potranno così di nuovo sostare dinanzi a colei che diffuse – insieme a San Bernardino da Siena, a San Giovanni da Capestrano, al Beato Vincenzo dell’Aquila e al Beato Timoteo da Monticchio – la spiritualità francescana in tutto il territorio. Il legame tra la Beata e il popolo de L’Aquila è rimasto solido malgrado l’incedere del tempo, ed anzi si è consolidato durante questi anni di lontananza fisica.

È per questo che, in occasione del rientro dell’urna, sono previste una serie di iniziative. Si inizia martedì prossimo, 14 luglio, con una conferenza alle 18.30 presso il Monastero che avrà come relatori padre Carlo Serri, ministro provinciale dell’Ordine dei Frati Minori d’Abruzzo, e la dott.ssa Paola Poli, responsabile dell’Archivio arcidiocesano dell’Aquila. Il giorno dopo, 15 luglio, alle 17 arriverà da Pollenza l’urna della Beata Antonia presso la Chiesa degli Angeli Custodi di Paganica e alle 21 inizierà una Veglia di preghiera e Lectio divina della biblista Rosalba Manes. Dalla mattina del 16 luglio e fino alle ore 18, animazione della preghiera da parte di gruppi, movimenti, associazioni laicali, ordini secolari della Diocesi.

Alle 18 poi, un altro viaggio: partenza dalla Chiesa degli Angeli Custodi in processione verso il Monastero di Santa Chiara. Alle 18:30 la Messa Solenne presieduta da mons. Giuseppe Petrocchi, Arcivescovo Metropolita dell’Aquila, animata dal Coro Giovanile Diocesano.

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ZENIT Staff

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