“Delle spiagge dove sono stati uccisi i turisti, il popolo tunisino ha voluto farne un luogo di vita e non di morte”. Lo dichiara all’agenzia Fides padre Jawad Alamat, direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie della Tunisia, che esorta il Paese ad andare avanti dopo l’attentato al resort di Sousse, il 26 giugno scorso, che ha provocato 38 vittime, in gran parte turisti stranieri.
“Il colpo è stato duro, ma i tunisini stanno moltiplicando le iniziative per dire no alla violenza, e far vedere che il terrorismo non prevarrà”, afferma padre Jawad, che è anche parroco a Sousse. “Nella spiaggia di Sousse, il luogo dell’attentato, nel prossimo weekend migliaia di tunisini andranno a rompere il digiuno del Ramadan. Questo per dire a chi vuole mettere in ginocchio la Tunisia, che i tunisini non cederanno e che la vita è più forte della morte” spiega il sacerdote.
Intanto il governo della Tunisia ha annunciato misure di sicurezza per prevenire nuovi attentati. E proprio ieri dal paese nordafricano è giunta la notizia che le forze di sicurezza avrebbero sventato un “grande attentato terroristico” nell’isola di Djerba, tradizionale meta di turisti occidentali, “contro una struttura vitale e sensibile che aveva l’obbiettivo di distruggere la stagione turistica e colpire a l’economia nazionale”.
Il turismo è infatti il settore fondamentale dell’economia tunisina, ed è stato duramente colpito dall’attentato. Tuttavia, come racconta padre Jawad, “si stanno facendo sforzi enormi per salvare il salvabile della stagione turistica, abbassando i prezzi a livelli incredibili. Purtroppo per il turismo straniero la stagione sembra compromessa, allora si cerca di promuovere il turismo interno e quello dei tunisini che vivono all’estero”.
A rivelare dello sventato attacco è il sito tunisino assabahnews.tn, riferendo anche che le forze di sicurezza tunisine la settimana scorsa “hanno arrestato tre persone, tra cui una donna”, membri della cellula di islamisti “legati a gruppi terroristici attivi in Libia”. Altre fonti citate affermano invece che l’intelligence tunisina sarebbe sulle tracce di un quarto uomo “di nazionalità algerina”. Nel mirino dei terroristi c’era anche l’aeroporto dell’isola, Djerba-Zarzis.