Un’altra strage in una moschea è avvenuta oggi ad Abha, capoluogo della provincia di Aseer, nel sudovest dell’Arabia Saudita, a ridosso dello Yemen. Un uomo si è fatto esplodere durante la preghiera di mezzogiorno, provocando tredici morti e nove feriti, tre in modo grave.
Le vittime sono per lo più poliziotti e agenti, dal momento che – come spiegano fonti locali – la moschea colpita è il luogo di culto del quartier generale delle forze speciali di polizia di Asir. L’attentato non è stato finora rivendicato e, secondo il portavoce del ministero degli Interni, è ancora troppo presto per formulare ipotesi sui colpevoli.
Tutti gli indizi portano tuttavia allo Stato Islamico, autore già di due assalti in Arabia Saudita nei mesi scorsi che avevano fatto scattare l’allarme terrorismo. Il primo si era verificato il 22 maggio quando un kamikaze si era fatto esplodere durante la preghiera del venerdì in una moschea sciita nel villaggio di al-Qadeeh nel governatorato di Qatif, nell’est del paese. Il bilancio era allora di 20 persone uccise. Altre quattro invece erano morte una settimana dopo, nell’attentato kamikaze del 29 maggio, alla moschea di al-Damman, nel sud est dell’Arabia Saudita.