Carlo (or Carlin) Petrini

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Il fondatore di Slow Food conquistato dalla Enciclica di Francesco

Intervenendo al Meeting di Rimini, Carlo Petrini osserva una simmetria tra la sua filosofia gastronomica e i principi di ecologia umana enunciati nella Laudato si’

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L’Enciclica Laudato si‘ di papa Francesco apre una “rivoluzione culturale green” e avvia un tour di “resistenza immediata. Di questo si è discusso al Meeting di Rimini, durante l’incontro di settore L’enciclica Laudato Sì” , cui hanno preso parte il presidente della Fondazione Sussidirietà, Giorgio Vittadini, in qualità di moderatore, e Carlo Petrini, fondatore di Slow Food.

Vittadini ha ricordato come, nell’introduzione, il Papa ricordi l’insegnamento dei suoi predecessori Paolo VI  Giovanni  Paolo II, Benedetto XVI  sulla questione del rapporto dell’umanità con la creazione, richiami gli interventi in materia del  patriarca  di Costantinopoli Bartolomeo I, Costantinopoli e la figura di  San Francesco d’ Assisi. Il pontefice conclude questa introduzione, con un appello personale per la “ricerca di uno sviluppo sostenibile e integrale”, sottolineando che «…abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti».Fin dalle prime righe, Francesco indica che la crisi ecologica è «…una conseguenza drammatica dell’attività incontrollata dell’essere umano» e che «…attraverso uno sfruttamento sconsiderato della natura, egli rischia di distruggerla e di essere a sua volta vittima di siffatta degradazione». Indica l’«…urgenza e la necessità di un mutamento radicale nella condotta dell’umanità», perché, ha detto, senza un «…autentico progresso sociale e morale…» la crescita economica e il progresso tecnologico più prodigioso possono ripercuotersi contro l’uomo. Per questi motivi, il papa richiama l’uomo ad una “conversione ecologica globale”, ad “un’autentica ecologia umana”, ad «…un’ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità», a «…eliminare le cause strutturali delle disfunzioni dell’economia mondiale e di correggere i modelli di crescita che sembrano incapaci di garantire il rispetto dell’ambiente».

L’introduzione termina con un forte invito a tutti gli uomini di buona volontà, credenti e non credenti: «Il mondo è qualcosa di più che un problema da risolvere, è un mistero gaudioso che contempliamo nella letizia e nella lode»; «…tutti possiamo collaborare come strumenti di Dio per la cura della creazione, ognuno con la propria cultura ed esperienza, le proprie iniziative e capacità».

Carlo Petrini, nella sua introduzione, ha chiesto al pubblico: “quanti di voi hanno letto l’enciclica di papa Francesco?”; fra il pubblico alza la mano un numero esiguo di persone, forse una ventina fra i numerosi presenti in sala. “Vi ringrazio per la vostra sincerità”. Inizia così, in maniera semplice, amichevole l’incontro con il fondatore e presidente uscente del movimento Slow Food in sala Neri CONAI.

L’intervento di Petrini è un racconto alternato da aneddoti, episodi, dell’incontro folgorante fra il Santo Padre e Petrini, “un incontro – dice – nato da una telefonata, una sera di ottobre del 2013, che mi ha cambiato la vita. Sì, è proprio così, quella sera un mio collaboratore mi ha detto “ti ha cercato il Papa”. Credevo scherzasse, l’ho richiamato, ci siamo parlati per quaranta minuti, poi giorni dopo ho ricevuto una lettera dalla sede pontificia”. 
Petrini è autore della prefazione che introduce l’enciclica Laudato Si’, “un documento straordinario – prosegue – di notevole spessore sotto vari aspetti, spirituale, culturale, storico, politico, economico che tutti dovrebbero leggere”. È il principio di un nuovo umanesimo, la risposta ad una mancanza dell’uomo.

Vittadini domanda al relatore quali siano i collegamenti dell’enciclica con la filosofia di Slow Food. “L’enciclica, scritta in maniera garbata – sottolinea – è ricca di spunti di riflessione e tocca i temi cari al nostro movimento, la custodia del creato, dell’ambiente, dalla terra, della biodiversità, la valorizzazione del lavoro dei contadini, dei pescatori. Ma soprattutto mette in evidenza due aspetti importanti della vita: la comprensione e la necessità del dialogo fra gli uomini”.

Il dialogo può essere pura dialettica, sforzo intellettuale, “oppure toccare le corde del cuore”. Dialogo e comprensione sono strumenti potenti perché si basano sulla simpatia, sull’empatia, sulla gioia di vivere che ogni uomo esprime. 

Petrini parla di ecologia integrale, spiegandola così: “Non possiamo avere rispetto della natura, della terra se non rispettiamo i nostri simili”. Il collegamento è al tema dell’immigrazione, “un fenomeno drammatico sul quale occorrono apertura mentale e nuovi paradigmi. Non dobbiamo dimenticare che anche gli italiani sono un popolo di emigranti con un nostro tributo storico di morti e sofferenza, di navi affondate durante i viaggi verso le terre d’America”.

Sul tema della gastronomia Petrini ha una visione netta: “Non è puro spadellamento o semplice insieme di ricette ma il risultato finale di un processo dove entrano in gioco agricoltura, storia, antropologia, biologia, fisica, chimica, genetica, economia, spiritualità”. Il pensiero è rivolto anche ai contadini e agli operai delle aree più povere del mondo, spesso sfruttati e derubati della terra, ma pure agli agricoltori italiani che producono latte, ortaggi, carne alla base delle eccellenze culinarie del Made in Italy.

Sui temi della biodiversità e per valorizzare i prodotti e le tradizioni dei contadini e degli artigiani – ricorda il fondatore di Slow Food – ogni due anni a Torino viene dedicata la rassegna Terra Madre, con oltre seimila artigiani provenienti da tutto il mondo. A novembre, poi, a Milano si terrà l’iniziativa straordinaria Terra Madre Giovani con la partecipazione di delegati da 130 paesi. A loro il conclusivo messaggio dice Petrini: “Siete chiamati ad una grande sfida, essere protagonisti del cambiamento, contribuire ad alleviare le sofferenze degli uomini attraverso la cultura del dialogo e della tolleranza. Io sono con voi”. Un messaggio trasversale e in sintonia a tanti temi trattati negli incontri e nelle mostre.

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Marcello Amoroso

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