A fronte delle polemiche che si erano succedute alla diffusione della lettera (con relativa riposta) di Francesca Pardi a papa Francesco, a seguito della quale non erano state lesinate critiche alla gestione della comunicazione da parte della Santa Sede, un inequivocabile attestato di solidarietà al Pontefice è arrivato dal Comitato Difendiamo i Nostri Figli.
Il Comitato, “certo di interpretare il cuore e la mente di milioni di cittadini che ad esso si riferiscono, credenti e non”, ha espresso la propria “filiale vicinanza” al Santo Padre a fronte della “ignobile strumentalizzazione della presunta ‘benedizione del Papa’ all’editoria pro-gender”.
“È superfluo ricordare – si legge nella nota di Difendiamo i Nostri Figli – che Papa Francesco ha più volte e senza equivoci espresso il suo Magistero definendo l’ideologia gender uno ‘sbaglio della mente umana’, tanto più grave perché si propone una vera e propria ‘colonizzazione ideologica’ perpetrata su bimbi, innocenti ed indifesi, che non devono mai diventare oggetto di manipolazione, fisica e/o culturale; ha parlato altresì di ‘sperimentazione educativa’ sui bambini, usati come cavie da laboratorio, in scuole che somigliano sempre più a campi di rieducazione e che ricordano ‘gli orrori della manipolazione educativa che abbiamo vissuto nelle grandi dittature genocide del secolo XX’, oggi sostituite dalla dittatura del ‘pensiero unico’ (discorso alla Delegazione dell’ufficio Internazionale Cattolico per l’Infanzia, 11 aprile 2014)”.
Il magistero pontificio di Bergoglio è “peraltro in linea con quanto sulla famiglia egli ha insegnato da Arcivescovo di Buenos Aires, per es. nella lettera inviata ai monasteri carmelitani della Sua città, in occasione dell’approvazione della legge che ha introdotto in Argentina il matrimonio fra persone dello stesso sesso”, ricorda il Comitato.
“È in gioco qui l’identità e la sopravvivenza della famiglia: padre, madre e figli. È in gioco la vita di molti bambini che saranno discriminati in anticipo e privati della loro maturazione umana che Dio ha voluto avvenga con un padre e con una madre. È in gioco il rifiuto totale della legge di Dio, incisa anche nei nostri cuori (22 giugno 2010)”, aveva dichiarato in quell’occasione il cardinale Bergoglio.
“Rinnovando il nostro impegno contro ogni odiosa discriminazione verso qualsiasi persona e verso la famiglia naturale, oggetto costante di attacchi ideologici, assicuriamo al Santo Padre le nostre povere ma fervide preghiere per la Sua Missione Apostolica”, conclude poi la nota.