Le sfide antropologiche verso la famiglia, rappresentate sia dall’ideologia del gender che dalla cultura dello scarto, le problematiche legate alla povertà, alla disabilità. Non sono mancati riferimenti alla questione dell’ecologia umana, secondo i principi menzionati nell’enciclica Laudato si’.
Sono questi alcuni dei principali temi discussi nei tre Circoli Minori di lingua italiana, riunitisi tra martedì e giovedì, assieme ai restanti dieci Circoli (3 di lingua francese, 4 di lingua inglese, 2 di lingua spagnola e 1 di lingua tedesca) per discutere sull’introduzione e sulla prima parte dell’Instrumentum Laboris, alla luce dei contributi emersi in aula nel corso del dibattito svolto nelle prime tre congregazioni generali del Sinodo sulla Famiglia.
Secondo quanto emerge dalla relazione del Circulus Italicus “A” (formato da padri sinodali provenienti in gran parte dall’Europa, due dall’America Latina e uno dall’Africa, con il cardinale arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro, in qualità di moderatore), “lo sforzo per formulare il Vangelo della famiglia, che feconda le varie culture […] appare indispensabile in un momento in cui è in atto (sulla tematica) un cambiamento epocale”.
Analizzando l’introduzione dell’Instrumentum Laboris, buona parte dei padri del Circulus Italicus “A” hanno quindi “segnalato l’esigenza di utilizzare formule che lascino fuori dubbio sin dall’inizio che l’unico modello di famiglia che corrisponde alla dottrina della Chiesa è quello fondato sul matrimonio tra uomo e donna”.
Sul piano antropologico è parso necessario, rispetto al documento, accentuare l’enfasi sui “rischi dell’ideologia del gender”, nonché sulla sua “incidenza negativa nei programmi educativi di molti paesi”. Maggiore attenzione merita anche, secondo i padri, la “sfida del secolarismo”.
Sostanzialmente “adeguati e completi” sono stati ritenuti, invece, i riferimenti del capitolo II dell’Instrumentum sul “contesto socio-economico”, essendosi “ridotti i contributi alla menzione espressa della sfida che rappresentano i figli dei genitori separati, e alla cultura dello scarto vincolata alla sfida ecologica”.
Quanto al capitolo III, i padri del Circulus Italicus “A” hanno suggerito l’implementazione dei riferimenti alla “tratta delle persone” e alla “cura pastorale delle famiglie che hanno vissuto le migrazioni”, la separazione dei “temi dei bambini e delle donne” e l’inclusione del “tema della presenza-assenza dei padri”.
Nella “formazione all’affettività”, trattata nel Capitolo IV, si è ritenuto d’obbligo fare “menzione espressa dell’ideale della castità e del valore dell’oblatività”.
Da parte loro i padri del Circulus Italicus “B” (moderatore: cardinale Edoardo Menichelli, arcivescovo di Ancona-Osimo; relatore: cardinale Mauro Piacenza, Penitenziere Maggiore di Santa Romana Chiesa), hanno espresso l’auspicio di un cenno alla “vocazione della famiglia”, ricordando che “la pari dignità fra uomo e donna ha radici evangeliche”.
Il ruolo della donna, secondo i padri, va rilanciato “all’insegna della reciprocità valorizzando l’uguaglianza e la differenza, evitando eccessi e unilateralità”. Il femminismo, sottolinea la relazione, appiattendosi sulla sola “uguaglianza”, “schiaccia la figura della donna su quella dell’uomo”, mentre, l’enfasi sulla “sola differenza” rischia di “allontanare le identità uomo-donna”.
Altri auspici riguardano “efficaci interventi legislativi finalizzati al sostegno della famiglia”, un “cambiamento della prassi delle Organizzazioni Internazionali che condizionano i loro aiuti per lo sviluppo dei paesi più poveri alle politiche demografiche”, la conversione della “mentalità contemporanea” alla cultura dell’“ecologia integrale” e l’attenzione al fenomeno delle migrazioni, con i relativi doveri di accoglienza che queste ultime implicano.
Un cenno speciale è stato fatto dal Circulus Italicus “B” alla “condizione sofferta dalle coppie impossibilitate a generare figli”, meritevole di una “particolare cura pastorale di consolazione e di sostegno reindirizzando anche alla realizzazione di una generatività che non coincide necessariamente con la fecondità biologica, come per esempio l’adozione e l’affidamento”.Tre forme di “sfruttamento” sono state denunciate con particolare forza dai padri di questo Circolo: il “lavoro minorile”, i “bambini-soldato”; il “corpo della donna” con particolare riferimento a “prostituzione, utero in affitto, violenza fino al femminicidio e lo stupro come “‘arma di guerra’”.
Secondo i padri, va anche ribadito lo “sguardo positivo” della Chiesa sulla “sessualità, espressione di tensione sinfonica tra eros e agape”, mentre per quanto riguarda la “sfida bioetica”, il ricorso al “patrimonio filosofico – teologico cristiano” può “indirizzare una comprensione più serena di una materia così delicata, favorendo la collaborazione di esperti”.
Il Circulus Italicus “C” (moderatore: cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Conferenza Episcopale Italiana; relatore: monsignor Franco Giulio Brambilla, vescovo di Novara) ha messo in luce tre aspetti principali dell’Instrumentum laboris.
In primo luogo, i padri hanno rilevato una “tessitura del testo” connotata da una “prospettiva occidentale (europea e nordamericana), soprattutto nella descrizione degli aspetti e delle sfide aperte dalla secolarizzazione e dall’individualismo che connota le società dei consumi”.
La presenza di membri sinodali dell’Europa orientale, dell’America Latina e di altri Paesi africani o del vicino Oriente, ha tuttavia ricordato anche “altre prospettive, che devono essere integrate nel testo” attraverso gli appositi emendamenti.
In particolare è emersa la necessità di evitare un “linguaggio troppo tecnico” e di “evidenziare i punti di forza positivi che emergono dal panorama tracciato”, allorché la diagnosi del documento “privilegia le ombre”.
L’annuncio evangelico sulla famiglia, considerata “soggetto di evangelizzazione” implica “una prassi pastorale nuova e creativa (‘agire’) per l’iniziazione delle giovani famiglie, per l’accompagnamento delle famiglie con figli adolescenti e giovani e per l’integrazione della famiglie dal cuore ferito”, si legge nella relazione del Circulus Italicus “C”.
La terza osservazione riguarda il “tema dell’inclusione”, del quale si auspica che la famiglia raccolga la sfida, in particolare riguardo situazioni come “la terza età, la vedovanza, il fine vita, la disabilità, i migranti, i bambini, le donne”.
Per quanto riguarda il “cambiamento antropologico”, trattato nel n°7 dell’Instrumentum, la relazione del Circulus Italicus “C” ne suggerisce una descrizione, “non solo nelle sue ombre, ma anche per le opportunità che esso tiene aperte per la vita della coppia e della famiglia, valorizzando le possibilità contenute in alcuni filoni dell’antropologia contemporanea”.
Nel contempo, i padri suggeriscono di marcare il “carattere ideologico” della teoria del gender e di offrire “alle famiglie un aiuto per riprendersi il loro originario diritto all’educazione dei figli nel dialogo responsabile con gli altri soggetti educativi”.
La relazione del Circulus Italicus “C” propone infine integrazioni a temi come le “nuove povertà”, lo “sfruttamento della prostituzione”, la “selezione delle bambine prima della nascita”, il “lavoro minorile” e le varie forme di disabilità.