Born Jesus -paint at Cappella Basso Della Rovere: school of Pinturicchioo -  church Santa María del Popolo at Rome

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L’Avvento non è il tempo per le situazioni tristi!

La lettera del vescovo, direttore dell’Ufficio della Pastorale Universitaria della diocesi di Roma, indirizzata agli studenti romani per il mese di dicembre

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Cari studenti universitari,

domenica scorsa è iniziato il nuovo anno liturgico, con il tempo dell’Avvento. Tra pochi giorni inizierà il Giubileo straordinario della Misericordia.

Fin da ragazzo ho sempre desiderato il tempo di Avvento che certamente ci prepara al Santo Natale, ma in realtà rivela la dinamica della nostra esistenza.

Io non sono un maestro di preghiera, ma mi permetto di suggerirVi questa piccola invocazione: “Ti cerco, Signore, non tardare!”.

Nel cammino della mia vita ho compreso che questa invocazione, che nella cultura contemporanea è additata come la preghiera dell’uomo debole, è l’invocazione di chi vede con realismo che – nonostante tutto, nonostante i successi e le certezze umane – c’è sempre lo spazio per ripartire, per ricominciare.

Può sembrare strano che non abbia fatto riferimento alle situazioni di difficoltà che tutti incontriamo, come la malattia, gli insuccessi affettivi e lavorativi. In realtà non è difficile invocare Dio in queste situazioni.

L’Avvento non è il tempo per le situazioni tristi! Il tempo dell’Avvento, invece, è una sfida per il nostro appagamento: sono soddisfatto di tutto, talvolta anche delle situazioni tristi, anche della povertà. In altri termini non c’è più novità nella mia esistenza.

L’appagamento della vita è la morte dell’esistenza, è la fine della nostalgia di Dio.

Ricordo sempre, con commozione, una bellissima espressione in una delle preghiere del Venerdì Santo: “tu hai messo nel cuore degli uomini una così profonda nostalgia di te”.

Scoprire la profonda nostalgia di Dio che è in noi! Come fare? Nei momenti più belli della tua vita, quando hai preso 30 e lode all’esame, quando le tue amicizie vanno bene, quando sei tentato di dire: sono bravo, sono felice!

È questa l’ora della tentazione. L’ora di ringraziare certamente il Signore, ma di non sentire la nostalgia di Lui, perché sei appagato!

Il Signore deve fermarsi, non può chiederti più nulla, perché ti senti di essere un arrivato. Lo ricercherai ancora di nuovo, quando ti troverai di fronte a nuove difficoltà.

Ho sempre sorriso quando mi raccontavano episodi di conversione avvenute dopo situazioni difficili. È certamente la testimonianza che il Signore è sempre con noi, non ci abbandona. Ma non è ancora la nostalgia di Lui!

Vivere la nostalgia di Dio è fondare in Lui la novità della mia esistenza.

Israele aveva vissuto grandi eventi nella sua storia: la liberazione dall’Egitto, l’alleanza sul Sinai, la costruzione del Tempio di Gerusalemme; ma tutto pian piano si rivelò insufficiente. La nostalgia di Javhè bruciava nel cuore del pio ebreo.

Sarà quel Bambino, nella grotta di Betlemme, a rivelare che la nostalgia di Javhè del pio ebreo, aveva un suo corrispettivo anche nel cuore stesso di Dio!

Dio ha “nostalgia” dell’uomo, di te, di me! Solo questa nostalgia potrà cambiare il mondo! Negli ultimi tempi ho preso atto che anche nei cristiani non c’è più la nostalgia di Dio, ma solo il possesso di Dio, per lottizzarlo e per usarlo nei proclami spirituali o sociali.

Cari amici, il tempo di Avvento richiede tanto silenzio e tanta sobrietà. Lui ti cerca, sente la nostalgia di te, ma non può donarsi a te senza di te.

Un consiglio! Al mattino, rivolgi il primo pensiero a Lui e invocalo: “Ti cerco, Signore, non tardare”.

Vivere con la certezza di essere nella nostalgia di Dio è la forza che ti permetterà di vivere la tua esistenza nella novità: non ti stancherai mai di vivere, di amare, di servire, di gioire. Sarai il segno della nostalgia di Dio!

Far scomparire la nostalgia di Dio nel mondo è il desiderio degli uomini potenti, come il re Erode, che ha visto in quel Bambino che era nella Grotta, tra Giuseppe e Maria, il suo antagonista.

Il mondo crede di soddisfare la sua nostalgia di Dio proponendo dei potenti. Ma Dio ha scelto la via dell’impotenza perché la nostalgia di Lui non fosse mai appagata: il suo amore è sempre nuovo!

Non lasciarti mai affascinare dagli dei appaganti, che non parlano e non ascoltano! Preparati a prendere tra le tue braccia quel Bambino che piange e sorride e conosce la tua nostalgia di Lui!

Il papa ci ha indicato un grande segno: la Porta Santa del Giubileo. Sarà un segno visibile della nostalgia di Dio.

Vi auguro di conservare gelosamente nel vostro cuore il tesoro della nostalgia di Dio! Buon Avvento!

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Lorenzo Leuzzi

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