La vita di Madre Teresa di Calcutta è molto conosciuta, essendo una santa dei nostri tempi. Ci sono tuttavia alcuni aspetti della sua esistenza poco noti al grande pubblico.
La sua devozione mariana è stata la scintilla che ha acceso il suo amore a Gesù Cristo e la sua dedizione totale al servizio dei poveri.
L’amore per la Madonna è stato un dono che Madre Teresa ha ricevuto dall’infanzia da parte di sua madre Drone, la quale testimoniava la sua fede portando i figli alla Santa Messa, visitando i poveri e recitando tutte le sere il Santo Rosario. Il suo amore per la Madre di Dio era giunto fino alla profondità del suo essere, conquistando il suo cuore di donna e trasformandolo in cuore di madre in comunione con il cuore immacolato di Maria.
La spiritualità mariana ha pervaso gli statuti delle Missionarie delle Carità: ognuno dei dieci capitoli della Costituzione iniziano con una frase mariana tratta dai Vangeli, seguita da una breve riflessione. Molto significativa è la frase del primo capitolo della Costituzione: “La nostra Società è dedicata al Cuore Immacolato di Maria, Causa della nostra Gioia e Regina del Mondo, perché è nata su sua richiesta e grazie alla sua continua intercessione si è sviluppata e continua a crescere”.
La devozione al Cuore Immacolato di Maria viene espresso quotidianamente da tutte le Suore Missionarie della Carità, con la recita del Santo Rosario, con il culto di tutte le feste mariane dell’anno liturgico, la preghiera incessante a Maria, la distribuzione delle “medagliette misericordiose” e l’imitazione delle virtù mariane dell’umiltà, del silenzio e della carità.
Vertice della spiritualità mariana è il servizio ai poveri, agli ultimi e agli emarginati, sull’esempio di Maria, la quale ha ricevuto l’annunzio dell’incarnazione del Verbo di Dio, e in fretta è partita missionaria per visitare e servire sua cugina Elisabetta.
Il cuore della spiritualità è costituito dall’ascolto, dalla meditazione e dalla contemplazione del grido di Gesù sulla croce, “ho sete”, ascoltato per prima da Maria e da tutte le pie donne rimaste ai piedi del Calvario.
Qual è l’insegnamento che la devozione mariana di Madre Teresa ci offre per l’anno della misericordia? Madre Teresa è stata una delle più conosciute sante della misericordia, sull’esempio di Maria, Madre della Misericordia.
La conoscenza della sua vita ci insegna che la vocazione e le virtù nascono e maturano nel seno della famiglia. Mamma Drone ha testimoniato ai suoi figli una fede concreta fatta di culto e servizio, di preghiera e carità. Questo è una grande insegnamento per i genitori che molto spesso tendono a scindere la predicazione dalla testimonianza, la parola dall’azione. Molto spesso il servizio ai poveri viene considerato quasi un appendice al credo professato, quando in realtà l’amore ai poveri è il cuore stesso del Vangelo. Ognuno di noi sarà giudicato per l’amore che avrà manifestato concretamente ai poveri, agli immigrati, agli malati e ai carcerati. Il male è sempre perdonato da chi ha un cuore contrito e pentito. Le opere di misericordia saranno l’oggetto della valutazione del giudizio universale.
Madre Teresa è stata una santa della misericordia perchè ha dato misericordia, avendo conosciuto lei stessa per prima l’amore misericordioso di Dio.
L’Anno della Misericordia, indetto da Papa Francesco ha come finalità primaria di offrire al mondo intero il dono gratuito della misericordia, affinchè ogni uomo e ogni donna possa essere raggiunto dalla forza dell’amore divino capace di trasformare la propria vita in una testimonianza di compassione, di pietà e di carità verso il prossimo.
L’imminenza del Natale, nel quale celebremo il mistero dell’incarnazione della misericordia di Dio, ci invita a riconoscere, sull’esempio di Madre Teresa, che ogni essere umano ha sete della misericordia di Dio ed attende qualcuno che gli offra un amore gratuito e disinteressato che lo sostenga nelle fatiche delle vita e gli apra uno spiraglio verso la conoscenza del Dio misericordioso, sempre disponibile a perdonare chi ritorna a Lui.
La celebrazione del Natale vissuto con questo spirito evangelico aiuterebbe a ricomporre le famiglie divise, a perdonare quel parente con cui non si parla più da molti anni, a chiedere perdono al proprio fratello o sorella per quell’episodio che ha lasciato una ferita nel cuore e a vivere la gioia della venuta del Signore, gustando la convivialità e la condivisione della vita riuniti attorno alla bella mensa preparata per le feste natalizie.
La spiritualità mariana ha offerto più volte a Madre Teresa l’occasione di meditare sugli avvenimenti del viaggio a Betlemme di Maria con il Bambino Gesù, custodito nel suo grembo, ed accompagnata dal suo sposo Giuseppe. Il rifiuto di un alloggio, trovare un riparo alla periferia di un piccolo villaggio della Giudea, accettare la povertà di un stalla, sono le condizioni di vita nel quale il Figlio di Dio è venuto nel mondo. Madre Teresa non ha considerato quelle scene evangeliche come un qualcosa appartenente al passato, ma ha riconosciuto il volto di Gesù Cristo risorto in ogni persona morente sulle strade polverose e trafficate della città di Calcutta e di ogni luogo di emarginazione del mondo intero. L’accogliere gli esclusi e gli abbandonati, anche a pochi giorni dalla loro morte, è l’agire dell’amore di Dio, il quale testimonia il vero significato del Natale quale tempo della misericordia di Dio.